il dativo (liberamente tratto da a. diotti “lexis” ed. b. mondatori) il dativo indica la persona o la cosa per conto della quale avviene c

Il dativo (liberamente tratto da A. Diotti “Lexis” ed. B. Mondatori)
Il dativo indica la persona o la cosa per conto della quale avviene
ciò che è espresso dal predicato.
Il caso dativo traduce il complemento di termine e tutto ciò che a
esso si riferisce; pertanto in latino, come in italiano, può
determinare:
- verbi transitivi, come termine dell'azione o secondo oggetto:
Manlius bellum populo Romano indixit. (Cic.) Manlio dichiarò guerra al
popolo romano.
- verbi intransitivi, come determinazione principale:
Indulge precibus meis. (Plin. Piégati alle mie preghiere).
Poiché, più in generale, indica la persona o la cosa per la quale
accade ciò che viene espresso dal predicato, il dativo assume anche un
valore di interesse e di fine.
L’approfondimento sull'uso del dativo sarà articolato in questo modo:
- dativo con verbi - dativo con complementi (di interesse, etico, di
relazione, di agente, di possesso, di fine, doppio dativo) - dativo
con aggettivi.
1. Verbi che reggono il dativo in latino e non in italiano
I seguenti verbi latini sono costruiti con il dativo, mentre in
italiano o sono transitivi, e vogliono, quindi, il complemento
oggetto, oppure sono intransitivi, ma in tal caso, a differenza del
latino, non vogliono il complemento di termine:
adsentio, adsentior sono d'accordo con
adversor osteggio
assentor adulo
auxilior aiuto
benedico benedico
blandior blandisco
confido confido in
diffido diffido di
faveo favorisco
fido mi fido di
gratulor mi congratulo con
ignosco perdono
insidior insidio
insulto insulto
invideo invidio
irascor mi adiro con
maledico maledico
medeor medico.
minor, minitor minaccio
nubo mi sposo con(detto della donna)
obsto ostacolo
obtrecto contrasto
occurro incontro
parco ho pietà di
persuadeo persuado
plaudo applaudo
satisfacio soddisfo
servio sono schiavo di
studeo studio; mi dedico a
suadeo consiglio, persuado
subvenio aiuto
succenseo mi adiro con
succurro soccorro, aiuto
supplico supplico
tempero perdono, risparmio
ESEMPI:
Probus vir invidet nemini. (Cic.) L'uomo onesto non prova invidia per
nessuno.
Magna pars hominum est, quae non peccatis irascitur, sed peccantibus.
(Sen.) C'è un gran numero di uomini che non si adirano con i peccati,
ma con i peccatori.
Omnes Parmenioni adsentiebant. (Giust.) Tutti erano d'accordo con
Parmenione.
Plebs cupida rerum novarum bello favebat. (Sall.) La plebe, desiderosa
di drastici cambiamenti, favoriva la guerra.
Signis, credo, tabulis studes. (Cic.) Studi le statue, i quadri,
credo.
Iugurthae filia Bocchi nupserat. (Sall.) La figlia di Bocco aveva
sposato Giugurta.
Osservazioni e note Anche i composti di sum (adsum, desum, prosum
ecc.) e i verbi di eccellenza (antecello, excello, praesto ecc.) si
costruiscono con il dativo:
Sensus hominum multo antecellit sensibus bestiarum. (Cic.) La capacità
sensitiva degli uomini supera di molto quella degli animali.
Praestat amicitia propinquitati. (Cic.) L’amicizia è più importante
della parentela.
1.1. Costrutti alternativi dei verbi che reggono il dativo
Molti dei verbi che reggono il dativo presentano anche altre
costruzioni, sempre ben documentate dal vocabolario; qui accenniamo
alle costruzioni dei verbi più usati.
- Fido e confido hanno il dativo con i nomi di persona, ma solitamente
l'ablativo con i nomi di cosa:
Pater prudentia liberorum fidebat. Il padre si fidava della prudenza
dei figli.
- Altri verbi, oltre al dativo, presentano talvolta un accusativo, se
si tratta di un complemento oggetto, o anche un altro caso per
completare il significato:
Gratulor Mario hoc/de victoria. Mi congratulo di ciò / della vittoria
con Mario.
Invideo domum Aulo. Invidio la casa ad Aulo.
Minor poenam Paulo. Minaccio una pena a Paolo.
Suadeo hoc Caesari / Suadeo de impetu Caesari. Persuado Cesare di ciò
/ Do consigli a Cesare circa l'attacco.
Hoc unum studeo. Desidero solo questo.
2. La costruzione passiva dei verbi che reggono il dativo
I verbi che reggono il dativo, in quanto intransitivi, nelle frasi di
forma passiva sono usati solo impersonalmente, cioè alla terza persona
singolare, e reggono il dativo (come nella forma attiva); il
complemento di agente è regolarmente reso con a/ab + ablativo.
Esempi
forma attiva
Pauperes divitibus semper invidebunt. I poveri invidieranno sempre i
ricchi.
Pueri parentibus supplicaverunt. I ragazzi supplicarono i genitori.
Nos inimicis nostris ignoscimus. Noi perdoniamo i nostri nemici
forma passiva
Divitibus semper a pauperibus invidebitur I ricchi saranno sempre
invidiati dai poveri.
Parentibus a pueris supplicatum est. I genitori furono supplicati dai
ragazzi.
A nobis inimicis nostris ignoscitur I nostri nemici sono perdonati da
noi.
Se questi verbi sono preceduti da un verbo servile e si trovano
all'infinito, è il verbo servile ad assumere la costruzione
impersonale:
Tibi incipit ignosci. Incominci a essere perdonato.
3. Verbi con doppio costrutto
I verbi transitivi aspergo (aspergo), circumdo (circondo), dono
(dono), exuo (spoglio), induo (vesto), intercludo (impedisco) e macto
(sacrifico) ammettono una doppia costruzione, sia all'attivo sia al
passivo: dativo e accusativo oppure accusativo e ablativo.
esempi :
donare aliquid alicui / aliquem aliqua re, donare qualcosa a qualcuno:
Marcus mihi canem /me cane donavit. Marco mi ha regalato un cane.
Canis mihi a Marco donatus est / Ego cane a Marco donatus sum. (forma
passiva)
Cohortem cibariis militaribusque donis amplissime donavit. (Ces.)
Elargì in grande abbondanza alla coorte cibarie e ricompense militari.
circumdare aliquid alicui (alicui rei) / aliquem (aliquid) aliqua re,
circondare qualcuno (qualcosa) con qualcosa: Hostes urbi moenia /
urbem moenibus circumdederunt. I nemici circondarono la città di mura.
Moenia urbi ab hostibus circumdata sunt / Urbs moenibus ab hostibus
circumdata est. (forma passiva)
Exercitum omnem longo agmine circumdat hostium castris. (Liv.) Dispone
l'intero esercito in lunga fila attorno all'accampamento nemico.
4. Verbi con diversi costrutti
Vi è un gruppo di verbi di uso abbastanza frequente che presentano
costrutti diversi oltre a quello con il dativo, con corrispondenti
differenze di significato:
aemulor huic magistro
aemulor hunc magistrum
caveo saluti
caveo canem
caveo ab hostibus
consulo fratri
consulo magistrum
consulo in hostes
consulo de famulo
incumbo gladio (dativo)
incumbo in studium
vaco studio (dativo)
vaco muneribus publicis (ablativo)
invidio questo maestro
emulo questo maestro
provvedo alla salvezza
sto attento al cane
mi guardo dai nemici
provvedo al fratello
consulto il maestro
prendo provvedimenti, infierisco contro i nemici
prendo provvedimenti sul conto del servo
mi getto sulla spada
mi applico allo studio
attendo allo studio
sono libero da cariche pubbliche.
Così pure presentano costrutti diversi alcuni gruppi di verbi dal
significato affine:
metuo, timeo, vereor + dativo
+ accusativo
+ de + ablativo
+ a/ab + ablativo
provideo, prospicio+ dativo
+ accusativo
tempero, moderor+ dativo
+ accusativo
tempero+ a/ab + ablativo
temo per qualcuno, per qualcosa
temo qualcuno, qualcosa
temo circa / sul conto di qualcuno, di qualcosa
temo da parte di qualcuno
provvedo a qualcuno, a qualcosa
prevedo qualcosa
tengo a freno qualcuno, qualcosa
governo qualcosa
mi trattengo da qualcosa.
5. Il dativo di interesse
Il dativo di interesse indica, in generale, la persona o la cosa
interessata a ciò che viene espresso dal predicato. Consideriamo in
particolare la prima specificazione del dativo di interesse, che è
quella del dativo di vantaggio e svantaggio (dativus commodi vel
incommodi), che indica la persona o la cosa a vantaggio o svantaggio
della quale va l'affermazione dell'enunciato:
Non nobis solum nati sumus. (Sen.) Non siamo nati solo per noi (per il
nostro interesse).
Si quid peccat, mihi peccat. (Ter.) Se fa qualcosa di male, fa del
male a me (a mio svantaggio).
6. Il dativo etico
Il dativo etico (o di affetto) indica la persona moralmente
interessata all'azione espressa dal verbo, oppure una persona che
prova un forte coinvolgimento emotivo, come nelle nostre espressioni
colloquiali: "Che cosa mi fai? Che cosa mi combini!":
Quid mihi Celsus agit? (Cic.) Che mi combina Celso?
Tu mihi istius audaciam defendis? (Cic.) E tu mi vieni a difendere la
sfrontatezza di costui?
Osservazioni e note
Quando il dativo etico accompagna il verbo volo (voglio), dà origine a
costrutti con il significato particolare di "Che cosa vuoi fare? Che
cosa intendi fare?':
Quid tibi vis? (Cic.) Che cosa intendi fare? (letteralmente: Che cosa
vuoi per te?)
7. Il dativo di relazione
E’ detto anche dativus iudicantis o "del punto di vista"; si trova
spesso, ma non solo, con un participio presente al caso dativo e
indica agli occhi di chi è valida l'affermazione fatta:
Messana est prima Siciliae urbs venientibus ab Italia. Messina è la
prima città della Sicilia per chi proviene dall'Italia.
Vere aestimanti Aetolicum magis ad Thermopylas bellum quam regium fuit.
(Liv.) Per chi considera secondo verità, la battaglia alle Termopili
fu più contro gli Etoli che contro il re.
Quintia formosa est multis. (Cat.) Quinzia è bella per molti (agli
occhi di molti).
8. Il dativo di agente
Il dativo viene impiegato con la funzione di complemento di agente
essenzialmente con la coniugazione perifrastica passiva, ma è usato
anche con alcune espressioni passive al perfetto in prosa, dove indica
per chi esiste una certa situazione, e spesso in poesia, in luogo del
normale a/ab + ablativo:
Caesari omnia uno tempore erant agenda. (Ces.) Cesare doveva fare
tutto contemporaneamente. (coniugazione perifrastica passiva)
Mihi consilium captum iamdiu est. (Cic.) Da tempo questa decisione è
stata presa da parte mia. (perfetto passivo)
Ego qui non intelligor ulli. (Ov.) lo che non sono compreso da
nessuno. (poesia)
9. Il dativo di possesso
E’ un tipico costrutto della lingua latina che si presenta quando il
verbo esse in combinazione con un dativo sostituisce il verbo habeo
per indicare il possesso o l'appartenenza. Tale costruzione è anche
definita sum pro habeo e si trova impiegata di preferenza in
riferimento a cose astratte, ma in poesia anche per le cose concrete;
per il possesso di cose concrete, invece, vengono per lo più usati
habeo o possideo (ho, possiedo):
Mihi cum Murena, iudices, et magna et vetus amicitia est. (Cic.) 0
giudici, io ho con Murena un'amicizia profonda e di vecchia data.
Suum cuique mos est. (Ter.) Ognuno ha il suo modo di comportarsi.
Sunt nobis mitia poma, castaneae molles et pressi copia lactis.
(Virg.) Noi abbiamo dolci frutti, tenere castagne e abbondanza di
formaggio.
Osservazioni e note
- L’ espressione mihi nomen est (io mi chiamo) può essere considerata
un tipo particolare di dativo di possesso, perché il nome proprio può
essere concordato con il dativo o con il nominativo:
Ei nomen est Flaviae (concordato con Ei) / Flavia (concordato con
nomen). Ella si chiama Flavia.
Ha lo stesso valore l'espressione Ei nomen dederunt Flaviae / Flaviam.
- A esprimere il possesso di qualità morali o intellettuali, vengono
usati preferibilmente sum o il suo composto insum seguiti da in +
ablativo, ma anche dall'ablativo semplice, dal dativo o dal genitivo:
Insunt in animis hominum divina quaedam. (Cic.) Gli animi umani hanno
(letteralmente: Negli animi umani sono insite) delle qualità per così
dire divine.
10. Il dativo di fine
Come si è già detto, una delle funzioni che svolge il caso dativo è
quella di indicare il fine o l'effetto di un determinato processo
espresso dal predicato:
Posterum diem pugnae constituit. (Ces.) Stabili per la battaglia il
giorno successivo.
Eum domicilio elegerat locum. (Liv.) Egli aveva scelto quel luogo per
residenza.
Vulgatior fama est ludibrio fratris Remum novos transiluisse muros.
(Liv.) E’più divulgata la diceria che Remo abbia oltrepassato le nuove
mura per scherno del fratello.
Osservazioni e note
Il dativo per indicare il fine è in concorrenza con altri costrutti,
come ad + accusativo e genitivo + causa/gratia (quest'ultimo può avere
valore di complemento di causa o causa finale):
Ad praesidium urbis relictum est. (Liv.) E stato lasciato a difesa
della città.
Vestra reique publicae causa. (Cie.) Per voi e per lo stato.
Il dativo di fine compare anche in alcune espressioni particolari,
indicanti cariche pubbliche, come triurmviri rei publicae
constituendae, triumviri con il compito di organizzare lo stato.
11. Il doppio dativo
Si definisce "doppio dativo" l'abbinamento di due dativi retti dallo
stesso verbo latino: il primo è un dativo di fine (o di effetto),
riferito alla cosa, il secondo un dativo di vantaggio (o di
svantaggio), relativo alla persona.
Tale costruzione è richiesta da verbi come fio (divento), sum (sono),
do (do), tribuo, verto (attribuisco), mitto (mando), relinquo
(lascio), venio (vengo) ecc.:
Hoc mihi utilitati est. (Cic.) Questo mi è di vantaggio (mi torna, mi
riesce utile).
Mihi mea uxor maxime cordi est. (Plaut.) Mia moglie mi sta molto a
cuore.
Consulis virtus Romanis fuit magnae admirationi. (Nep.) Il valore del
console fu oggetto di grande ammirazione per i Romani.
Id alteri crimini dabis quod ipse fecisti? (Cic.) Attribuirai a colpa
di un altro ciò che tu hai commesso?
Crassus tertiam aciem laborantibus nostris subsidio misit. (Ces.)
Crasso mandò la terza schiera in aiuto ai nostri (soldati) in
difficoltà.
12. Il dativo con gli aggettivi
In latino sono molti gli aggettivi che reggono il dativo. Essi
esprimono:
- utilità o danno: utilis, inutilis, noxius, pemiciosus, salutaris
ecc.
- attitudine, facilità, difficoltà: aptus, idoneus, propensus,
opportunus, facilis, difficilis, necessarius ecc.
- somiglianza o diversità: similis, dissimilis, par, aequalis,
contrarius ecc.
- amicizia o ostilità: amicus, inimicus, familiaris, fidus, acceptus,
gratus, infestus, iniquus, invisus ecc.
- parentela o vicinanza: affinis, communis, propinquus, proximus,
vicinus ecc.
Ecco alcune frasi esemplificative:
Propensum mendacio genus. (Tac.) Razza propensa alla menzogna.
Necessarius nostris erat egressus. (Ces.) La sortita era necessaria ai
nostri (soldati).
Filius patri similis. (Cic.) Il figlio simile al padre.
Fortuna contraria est rationi et constantiae. (Cic.) La fortuna è
contraria alla ragione e alla costanza.
Voluptas rationi inimica est. (Cic.) Il piacere è nemico della ragione
(letteralmente: alla ragione).
Mihi grata acceptaque huius est benignitas. (Plaut.) Mi è gradita e
ben accetta la benevolenza di costui.
Belgae proximi sunt Germanis. (Ces.) I Belgi sono vicinissimi ai
Germani.
Osservazioni e note
Alcuni di questi aggettivi presentano a volte altre costruzioni,
indicate dal vocabolario; per esempio: genitivo, ad + accusativo ecc.:
Natura aer aptus est ad vocem. (Sen.)L'aria è adatta alla voce (a
propagare la voce) per natura.
Fortuna contraria est rationis. (Cic.) La fortuna è contraria alla
ragione.
Filius similis est matris. (Virg.) Il figlio è simile alla madre.
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