i sistemi ambientali e culturali in puglia: primi elementi per la preparazione, identificazione e definizione dei sistemi bozza propost

I Sistemi Ambientali e Culturali in Puglia: primi elementi
per la preparazione, identificazione e definizione dei Sistemi
BOZZA PROPOSTA S A C
“I luoghi dell’Uomo e della Natura”
Scheda preliminare per la definizione
dei Sistemi Ambientali e Culturali in Puglia
Sezione A – Informazioni generali
A.1
Denominazione del SAC
MONTI DAUNI: la Puglia inattesa
A.2
Territorio del SAC
Indicare i Comuni componenti il SAC e gli altri ambiti territoriali di
riferimento (es. aree parco, riserve naturali, ecc.)
Alberona, Biccari, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di
Puglia, Castelluccio Valmaggiore, Castelnuovo della Puglia, Celle di
San Vito, Celenza Valfortore, Faeto, Lucera, Motta Montecorvino,
Pietramontecorvino, Roseto Valfortore, San Marco La Catola, Volturara,
Volturino
A.3
Partner Capofila
Il Capofila va individuato fra i soggetti istituzionali del
partenariato proponente
Comune di Lucera
A.4
Partner proponenti
I “partner proponenti” sono quelli già presenti, in questa fase di
definizione preliminare del SAC, al tavolo negoziale con la Regione:
v. le Istruzioni generali della Scheda (aggiungere righe se
necessario)
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
(6)
A.5
Altri partner del SAC
Gli “altri partner” sono quelli che si prevede di coinvolgere in fasi
più avanzate di definizione del SAC: v. le Istruzioni generali della
Scheda (aggiungere righe se necessario)
(1)
GAL: Meridaunia.
(2)
Piano strategico Area Vasta “Monti Dauni”
(3)
(4)
PromoDaunia
(5)
Daunia Vetus
(6)
(7)
(8)
WWF
(9)
Legambiente Puglia
(10)
Ferrovie dello Stato
(11)
Cotrap (Consorzio Trasporti Aziende Pugliesi)
(12)
Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia
(13)
Autorità di Bacino della Puglia
(14)
(15)
(16)
(17)
A.6
Composizione del Tavolo Tecnico
Descrivere brevemente come è composto il Tavolo Tecnico in termini di
provenienza dei suoi componenti e di competenze presenti
Il tavolo tecnico è composto dalla Meridaunia Scarl che lo coordina
nella persona del suo Direttore Daniele Borrelli, oltre ai seguenti
rappresentanti: Un referente individuato dal Comune di Lucera (nome e
cognome);
1.
Un referente individuato dall’Università degli Studi di Foggia
(nome e cognome);
2.
Un referente individuato dal tematismo Naura (nome e cognome);
3.
Un referente individuato dal tematismo Salute (nome e cognome).
A.7
Referente per il partenariato
Nome, funzione, contatti
Dotoli Pasquale
A.8
Referente per il Tavolo Tecnico
Nome, funzione, contatti
Borrelli Daniele
Sezione B – Territorio, risorse, programmi
B.1
Caratterizzazione ambientale, culturale e turistica del territorio del
SAC
In questo punto vanno discussi, in non più di 30 righe, i caratteri
essenziali del territorio del SAC: v. le Istruzioni generali
La porzione di territorio considerata si caratterizza come contesto
collinare-montano: un declivio che collega l’Appennino
molisano-campano al Tavoliere delle Puglie; la maggior parte dei
Comuni si configura come un vero e proprio belvedere naturale con
panorami che arrivano fino al Gargano e al mare.
Il tratto montano supera i 1.000 mt. ed è caratterizzato a sud da zone
adibite a pascolo e a nord da distese di boschi. La zona nord gode di
risorse idriche in misura considerevole rispetto al resto della
regione, grazie ai numerosi torrenti ed al Lago di Occhito.
L’area pedecollinare è per la maggior parte adibita alla coltivazione
del grano; il paesaggio è per lo più rurale, caratterizzato da poderi,
masserie, cascine e casolari sparsi.
Il paesaggio è inoltre fortemente connotato da numerosi “parchi
eolici”, centri di produzione di energia che hanno dato luogo a veri e
propri “filari” di pale, cresciuti tuttavia in modo non controllato,
spesso disordinato e disarmonico.
Dauni e coloni greci, Romani, Normanni, Bizantini, Svevi, Saraceni,
Angioini ed Albanesi hanno creato nel tempo un tessuto urbanistico
fatto di città fortificate, borghi, roccaforti dall’aura medievale e
paesi arroccati sulle pendici dei declivi collinari per opportunità di
difesa.
L’area ha una vocazione di crocevia, luogo di incontro e di scontro di
popoli, grazie alla sua posizione geografica lungo la via Appia
Traiana, direttrice che da Roma porta a Brindisi - storico imbarco di
pellegrini cristiani e crociati verso la Città Santa - ed oggetto oggi
di rivalorizzazione come “Francigena del Sud”.
Il patrimonio naturalistico/ambientale del territorio è molto
interessante e si connota come area “intatta” (numerosi i siti di
interesse comunitario – S.I.C.).
Sono stanziali nell’area specie quali il cinghiale, il lupo, la volpe,
il tasso, la lontra, il nibbio reale, la poiane, il falco, ecc..; le
aree boschive sono costituite da faggi, cerri, pioppi e querce.
Il patrimonio artistico-culturale è costituito da importanti siti
archeologici, da borghi murati di origine medievale, da una notevole
rete di edifici sacri, castelli, torri e palazzi nobiliari; ma anche
da tradizioni contadine, dai segni della transumanza, dalle tracce di
antichi mestieri, dalla tradizione gastronomica.
B.2
Criteri di perimetrazione del Sistema
Discutere i criteri sulla cui base è stato perimetrato il territorio
del SAC: v. le Istruzioni generali
Il SAC Monti Dauni considera un sistema ambientale e culturale
omogeneo. L’area del SAC è definita da un sistema montuoso che si
estende nella parte nord-occidentele della Provincia di Foggia, che ha
come vette più importanti il Monte Cornacchia ed il Monte Sambuco e
che è caratterizzato dalla Presenza del Lago di Occhito, del Fiume
Fortore, del Torrente Celone e del Lago Pescara; questa parte di
Puglia, poco conosciuta e valorizzata, è altresì connotata dalla
presenza dei tracciati della mobilità antica che dalla piana costiera
si estendono fino all'Appennino: dalla via Traiana, fino al Regio
Tratturo “Pescasseroli-Candela.
I beni individuati trovano nella loro collocazione sulle pendici del
sistema montuoso e in posizione panoramica verso il Tavoliere un
elemento comune ed identificativo, inconsueto rispetto all’immagine
collettiva e mediatica che la Puglia turistica possiede.
Siamo di fronte a quella che senza dubbio possiamo definire “la Puglia
inaspettata”.
In un’ottica di fruizione integrata dei beni ambientali e culturali
individuati, fa sicuramente da nave maestra l'esperienza dei Centri
Visita del progetto del PIT n. 10 “Get Local”.
I beni di seguito elencati costituiscono i poli di un sistema di
attrattori culturali e naturali, che si connotano per la varietà
tipologica e per la pertinenza a periodi storici differenti, ciascuno
in grado di esemplificare una delle peculiarità socio-culturali o
ambientale dei Monti Dauni.
Questi piccoli borghi di montagna, caratterizzati da paesaggi
incontaminati e dalla permanenza di segni forti di una storia
importante, custodiscono ricchi patrimoni storici ed ambientali,
tradizioni eno-gastronomiche e punti di partenza per notevoli
itinerari naturalistici.
Tale complessità è accentuata dal numero elevato di elementi
attrattori poco noti, ma di grande valore, e può essere valorizzata
solo attraverso interventi di messa in rete e gestione integrata delle
risorse, finalizzati a connotare in modo univoco il SAC dei Monti
Dauni.
Il valore aggiunto di questo territorio è dato da:
*
la presenza di borghi, beni ed itinerari poco noti al turismo di
massa;
*
la possibilità costruire itinerari ed attività in base agli
interessi del visitatore stesso;
*
la possibilità di effettuare “vacanze attive” (attività sportive
immersi nella natura);
*
la possibilità per il visitatore di entrare in contatto con lo
spirito dei luoghi, con le persone che vi abitano e le loro
tradizioni;
*
la possibilità di scoprire (e riscoprire) culture, tradizioni ed
enogastronomia;
*
La possibilità di “vivere” i luoghi in forme più morbide
(ricettività diffusa, agriturismi, ecc...).
B.3
Livelli di valorizzazione
Discutere brevemente, utilizzando dati ed indicatori pertinenti, la
capacità attuale del territorio di generare attrattività e mettere a
valore il proprio patrimonio ambientale e culturale
Sistema Turistico Territoriale “Monti Dauni e Lucera”
In base al Regolamento 4/2009 di attuazione dell’art. 5 Legge
regionale 11 febbraio 2002, n. 1, in materia di Sistemi Turistici
Locali, l’Area Vasta Monti Dauni, con l’assistenza tecnica del GAL
Meridaunia ha presentato la proposta alla Regione di Sistema Turistico
Territoriale.
Il STT “Monti Dauni e Lucera” persegue i seguenti obiettivi:
- promuovere politiche endogene di sviluppo sostenibile del territorio
attraverso lo sviluppo di partnership pubblico-private e
l’implementazione di servizi di turismo culturale ed ambientale,
sociale e termale, rurale ed eno-gastronomico, connessi
all’accoglienza e alla gestione e valorizzazione del patrimonio
culturale ed ambientale;
- mettere in rete risorse turistiche primarie (storico-culturali e
naturalistico-ambientali)
servizi/infrastrutture ricettivi che permettono la fruibilità del
patrimonio culturale ed ambientale
- attrarre, intercettare e trattenere una domanda turistica di
nicchia, sia nazionale che internazionale, ma in crescita tendenziale
nei paesi industrializzati, quella legata al connubio
turismo-patrimonio culturale ed ambientale, ovvero legata alla
scoperta della identità storico-culturale del territorio visitato;
- de-stagionalizzare i flussi turistici;
- sviluppare/potenziare l’attrattività turistica dell’area
migliorando/incrementando la ricettività ed i servizi tesi alla
fruizione del patrimonio culturale ed ambientale, nonché implementando
interventi di recupero/restauro, valorizzazione e gestione dei beni
storico-culturali;
- promuovere politiche ed azioni di enterprise & job creation, sia nel
breve che nel medio-lungo periodo, ovvero innescare il circolo
virtuoso servizi turistici–occupazione–sviluppo locale sostenibile,
attraverso: lo sviluppo di servizi turistici legati alla fruibilità
del patrimonio dei Beni culturali e ambientali; lo sviluppo di servizi
turistici legati alla ricettività dei turisti; lo sviluppo delle
filiere produttive (dell’artigianato, dell’agro-alimentare dei
prodotti tipici, etc.) direttamente o indirettamente collegate al
Sistema Turistico Locale.
- promuovere un cambiamento culturale, tra gli stakeholders e la
popolazione locale, per superare anche quel senso di passività, di
individualismo, di atteggiamento non collaborativo tra i soggetti
dell’offerta che possono impedire la costruzione di una qualsiasi
forma di aggregazione e coordinamento.
- promuovere la costruzione di un’identità comune, per favorire il
riconoscimento del prodotto sia da parte del mercato che da parte
degli operatori locali che tendono a riconoscersi in micro-ambiti (i
comuni, le valli). La costruzione dell'identità, a partire dal nome,
dal logo, dai “colori sociali” sarà quindi il primo passo della
strategia di marketing: lo strumento con il quale rendere
visibili/efficaci le operazioni di promo-commercializzazione e lo
strumento con cui far convegere le energie produttive del sistema
locale.
Le Linee strategiche su cui si basa il STT “Monti Dauni e Lucera”
sono:
- Recupero, Ri-Qualificazione e messa in rete del patrimonio
storico-culturale e naturalistico-ambientale per la fruizione dei
residenti e dei visitatori
- Miglioramento quanti-qualitativo del sistema ospitale
- Promozione dello sviluppo dell’economia rurale attraverso lo
sviluppo della multifunzionalità in agricoltura (diversificazione
delle attività aziendali, delle fonti di reddito e occupazione della
famiglia agricola)
Un' attività sistematica di promozione turistica dell’intera area è
portata avanti oramai da anni dal Gal Meridaunia e si rafforzerà
attraverso Il Piano di Sviluppo Locale 2007-2013.
Altro elemento propulsore del settore può essere individuato nel
progetto “Get Local” del PIT n. 10, con il quale si sono realizzati
Centri Visite (uno per ogni Borgo dei Monti Dauni), vere e proprie
porte virtuali sul territorio e punti di partenza per la scoperta
reale dello stesso (i centri forniscono servizi che vanno dalle
semplici informazioni turistiche alla creazione di itinerari ad hoc
per il visitatore, dalle guide per percorsi culturali e naturalistici
ad attività didattiche per scolaresche).
Le attività di promozione turistica del territorio, operate
principalmente nel territorio dal Gal Meridaunia e dal progetto Get
Local e che in particolare meritano di essere menzionate:
*
Cartine Turistiche; progetto di realizzazione di guide-cartine del
territorio con indicazione dei percorsi tematici e dei principali
punti di interesse dell’area. I tematismi sviluppati sono:
Storico, Artistico e Culturale; Enogastronomico; Ambientale
*
Depliant e Brochure; realizzazione e distribuzione di materiale
cartaceo di promozione del territorio
*
Banca data immagini; realizzazione di fotografie del territorio da
utilizzare a fini di promozione dello stesso
*
Documentari sui Monti Dauni; realizzazione filmati di
presentazione del territorio con distribuzione prevista su
emittenti locali, nazionali e/o via satellite
*
Audioguide Mp3; progetto di promozione delle risorse e degli
itinerari turistici del territorio che consente di fornire un
supporto informativo ai visitatori mediante spiegazioni audio
ricevibili dai turisti mediante ricevitori con tecnologia mp3
*
Progetto Incoming Turistico – Pantur; progetto di creazione di un
soggetto incoming in grado di centralizzare funzioni di
promo-commercializzazione integrata (accordi di collaborazione e
commerciali con strutture ricettive, di ristorazione, produttori
locali, pro loco, ecc.) per l’area dei Monti Dauni meridionali.
*
Partecipazione a Fiere e saloni; in rappresentanza del territorio
e/o di aziende esclusivamente dei Monti Dauni.
Il settore turistico ricettivo
I Comuni che fanno parte dei Monti Dauni rappresentano solo una minima
parte della capacità ricettiva della provincia di Foggia: i suoi 734
posti letto complessivi ufficiali sono infatti solo lo 0,8%
dell’intera capacità ricettiva provinciale.
In effetti il settore ricettivo dei Monti Dauni è estremamente
limitato, nel 2007 meno di 50 esercizi: 13 strutture di tipo
alberghiero di piccola dimensione (35 posti letto in media) e 36
esercizi extralberghieri (verosimilmente solo agriturismo e B&B, visto
che in media contano 8 posti letto ciascuno).
A questa ricettività “ufficiale” andrebbe sommata anche quella
“sommersa” (alloggi non iscritti al REC che esercitano l’attività
ricettiva), che crediamo comunque sia poco rilevante in questo caso,
dato la modesta consistenza della domanda.
2 comuni detengono la maggior parte della capacità ricettiva
dell’area: Lucera e Biccari – si connotano come il nucleo più
“turistico” dei Monti Dauni concentrando il 52% dei posti letto ma ben
il 93% delle presenze turistiche. È quindi a questi comuni che faremo
più spesso riferimento come al nucleo più rappresentativo del turismo
nei Monti Dauni.
Con riferimento solo a questi comuni, si può notare come l’offerta
ricettiva tra il 2003 ed il 2006 sia in aumento, sia per i posti letto
alberghieri (+13%) che per quelli extralberghieri (+25%), aumenti in
controtendenza con quanto avvenuto nello stesso periodo nella
provincia di Foggia (+2% i posti letto negli alberghi; -1,5% nelle
strutture extralberghiere).
Per meglio sintetizzare la magnitudine della ricettività turistica
nell’area dei Monti Dauni, si è ricorso all’ausilio di alcuni
indicatori che fanno riferimento alla cosiddetta funzione ricettiva1
1.
I
ndicatori della funzione ricettiva nell’area dei Monti Dauni. 2006
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT e APT Foggia
Come si nota, i valori della funzione ricettiva calcolati solo sul
“nucleo turistico” dell’ area dei Monti Dauni presenta valori pari a
circa 5 per FRS e 0,1 per FRC. Si tratta comunque di valori
globalmente bassi, che confermano la modestissima “pressione”
turistica sul territorio, per non dire l’inconsistenza attuale di un
fenomeno turistico in senso stretto.
Gli attuali tassi di utilizzazione delle strutture (10% di occupazione
media annuale dei letti, che sale ad oltre 20% nel “nucleo” più
turistico, anche considerando una quota di “nero” - sono decisamente
al di sotto dei parametri considerati economicamente sostenibili.
L'operatività in questo caso viene garantita da un sistema di gestione
famigliare e "parziale" (il turismo spesso non è l'unica fonte di
reddito) che più che sulla redditività si basa su altri presupposti:
il lavoro ai membri del nucleo, l'abitudine, ecc.. Tale situazione non
garantisce tuttavia profitti sufficienti per l'investimento in
ammodernamenti, che si riflette sulla qualità strutturale dell’offerta
ricettiva e complementare.
Il comparto alberghiero.
Nel comparto alberghiero la maggior parte delle strutture appartengono
alla categoria medio/bassa (2 stelle), con l’eccezione di una
struttura a Lucera.
Il sistema di offerta è caratterizzato da strutture appartenenti a
fasce medio-basse in grado di rispondere unicamente alle esigenze di
alcuni segmenti di domanda.
In generale è possibile rilevare una certa arretratezza nel sistema:
molte strutture sono carenti in termini di servizi di base, ormai
considerati assolutamente indispensabili dall'ospite.
Spesso il comfort e i servizi di cortesia non sono in linea con le
aspettative di un "cliente medio". Anche la dotazione tecnologica è
inadeguata: dagli strumenti di comunicazione di base (internet, fax) a
maggior ragione a quelli gestionali (contabilità, prenotazioni, ecc.).
La presenza di personale qualificato si riscontra solo in alcune
limitatissime situazioni; la conduzione familiare si basa certamente
sulla buona volontà degli addetti ma a questa non si associano quegli
atteggiamenti di "attenzione" e orientamento al cliente che sono alla
base di un sistema turistico moderno.
È inevitabile che la strategia sostenga il processo di adeguamento
degli standard di struttura (comprese le normative di sicurezza,
antincendio e igiene) e di servizio al fine di allineare il sistema
ricettivo complessivo su un obiettivo qualitativo di livello almeno
"medio". Tale processo va sostenuto "dall'esterno" perché, come già
detto, il sistema non è dotato di risorse proprie (sia di "know-how"
che finanziarie) che lo mettano in grado di intervenire autonomamente
nel processo di riqualificazione.
Il comparto extra-alberghiero.
Nel comparto extralberghiero si sottolinea sia l’esiguità
dell’offerta, sia l’assenza di strutture “ad alta capacità ricettiva”,
in grado di ospitare una domanda aggregata (classi, gruppi scout,
squadre, campi estivi, CRAL, ecc.) che di norma rappresentano una
clientela importante per aree similari.
Il grande numero di abitazioni non utilizzate nei centri storici e di
edilizia rurale sparsa, a maggiore o minore qualità architettonica –
ambientale, rappresenta un indubbio patrimonio che può partecipare
effettivamente al sistema turistico locale perché, in aree
collinari-montane di questo tipo, gli alloggi privati – nei centri
urbani e nelle campagne - rappresentano una fondamentale risorsa
ricettiva. In questa direzione possono essere prese a riferimento e
realizzate esperienze che si vanno sempre più diffondendo di "albergo
diffuso" o di “borgo-albergo” (alloggi tipici ristrutturati con
sistema centralizzato di gestione, prenotazione, servizi), del quale
si può prevedere una realizzazione “pilota” in area nel breve-medio
termine, al fine di definire una sorta di “modello” virtuoso di
recupero-gestione del patrimonio abitativo da replicare su più vasta
scala nei vari borghi dei Monti Dauni2.
La disponibilità ricettiva ad uso turistico può inoltre ricevere un
impulso da un processo di incentivazione all’acquisto e recupero delle
abitazioni da parte di non residenti (in particolare di stranieri),
fenomeno già ampiamente diffuso nelle aree appenniniche del centro
Italia dove ha contribuito in modo sostanziale alla rinascita
economica e sociale dei centri.
Nelle direttrici strategiche va comunque sostenuto anche il processo
di estensione dei B&B e della ricettività agrituristica, in quanto
rappresentano tipologie di ospitalità in linea con l'ambiente e in
grado di offrire un buon rapporto qualità/prezzo al turista.
Non ultimo, si sottolinea l’esigenza di prevedere anche strutture per
turismo outdoor (agricampeggi, villaggi “natura”, centri di
ricettività per sportivi, ecc.) che possono rappresentare un’ottima
soluzione per domanda sia stanziale che itinerante (ciclisti,
motociclisti, pellegrini, scuole, ecc.).
Da un lato non sembrerebbe esserci la necessità di ulteriore capacità
ricettiva, ma piuttosto l'esigenza di aumentare il tasso di
occupazione (e quindi il reddito) delle strutture esistenti.
D'altra parte la bassa dimensione ricettiva degli esercizi operanti
rende praticamente inaccessibile il segmento gruppi organizzati (CRAL,
associazioni, scuole, anziani, religioso, ecc.), che
rappresenterebbero una fascia del tutto in linea con le
caratteristiche del prodotto (basse esigenze in termini di standard
qualitativi/di servizio, modeste esigenze in termini di servizi
complementari). A questo si aggiunge che i livelli qualitativi
decisamente scarsi dell'offerta ricettiva attuale non consentono di
attaccare il segmento individuale, decisamente più esigente di quello
aggregato.
In questo senso la creazione di nuova capacità ricettiva é invece
auspicabile, soprattutto se realizzata attraverso il recupero di
edifici preesistenti.
Il sistema complementare
La presenza di servizi complementari è scarsa; l’unico settore
presente, come si vedrà anche molto dinamico, è quello della
ristorazione che sconta comunque una certa disomogeneità negli
standard qualitativi, anche se non manca qualche esperienza di alto
livello.
Gli altri servizi e "attività" proposte in forma organizzata al
turista (servizi di noleggio biciclette, maneggi, guide
naturalistiche, ecc.) sono scarsissimi e il tutto avviene in forma
estemporanea, senza alcun processo di
qualificazione-"certificazione"-riconoscimento.
In tal senso appare strategia l'esperienza del progetto “Get local” e
dei suoi Centri Visita: punti di informazione turistica, ma anche
luoghi da cui partono attività ed escursioni culturali e
naturalistiche per la scoperta del territorio.
Il principale punto debole attuale allo sviluppo di un sistema di
offerta turistico è sicuramente la debolezza della domanda ed in
particolare l’assenza di quei segmenti sufficientemente
“evoluti”/esigenti da favorire la creazione di servizi come quelli
menzionati. Successivamente dovrà essere garantita l’integrazione tra
il sistema complementare ed il sistema ricettivo.
Sul fronte dell'animazione e dell'intrattenimento, il calendario delle
manifestazioni è abbastanza ricco, soprattutto durante il periodo
estivo, ma il più delle volte le iniziative proposte sono di portata
locale, limitate ai residenti e agli ospiti già presenti ma con una
bassa capacità di attirare ospiti da aree circostanti.
B.4
Beni e attività oggetto di valorizzazione e messa in rete
I beni e le attività qui identificati vanno descritti più in dettaglio
nella tabella allegata a questa Sezione (aggiungere righe se
necessario)
BC=beni culturali
BA=beni ambientali
A=attività di fruizione/valorizzazione integrata tra BC e BA
1A
Sistema Integrato di Segnaletica – Tutti i Comuni
La volontà di dotare il territorio di un sistema integrato di
segnaletica a fine turistico, che sostituisca in parte la segnaletica
esistente (spesso frammentata, ridontante, ecc...) e implementi
l'attrattività dei luoghi, è alla base di questa proposta. Si tratta
di un sistema di segnali finalizzati al miglioramento
dell'accessibilità stradale (cartelli e segnali uniformi, visibili e
leggibili, ben posizionati), all'indicazione di luoghi di interesse
storico e culturale (un sistema informativo con un impronta grafica
riconoscibile ed identitaria: un logo, quello dei “Monti Dauni”),
all'individuazione di itinerari naturalistici, enogastronomici,
sportivi (strade del gusto, sentieristica, percorsi trekking e bike,
ecc...).
A lato tutte le indicazioni logistiche fornite in maniera ordinata e
disciplinata (ricettività alberghiera ed extralberghiera, IAT, Pro
loco, ecc...) al fine di evitare il proliferarsi di inutili segnali.
Il fine è quello di valorizzare il territorio anche attraverso
elementi dell'arredo urbano ed extraurbano, come i cartelli stradali e
la segnaletica, che dotati di una veste grafica unitaria segnino anche
l'identità dei luoghi e la loro appartenenza ad un unico comprensorio,
i Monti Dauni, già dotato di logo (progetto “get local”).
2BA
Bosco di Tuoro o Bosco di Mezzana - Alberona
Si tratta di un’area boschiva, a poca distanza da Alberona, di
latifoglie miste con prevalenza di roverelle, di notevole interesse
naturalistico, anche per la presenza di specie animali interessanti,
come il lupo tra i mammiferi e uccelli rapaci quali gheppio, poiana e
gufo comune.
Attività connesse: birdwatch, equitazione, trekking, cicloturismo.
3BC
Palazzo Priorale – Alberona
Edificato nel XII secolo sullo strapiombo del torrente Salsola, il
Palazzo Priorale fu sede dei Templari, che ad Alberona avevano
un’importante precettoria. Il palazzo, ove con ogni probabilità aveva
sede la corte priorale, era forse originariamente dotato di un
ospedale, di un carcere, di un’armeria e di un sotterraneo da adibire
a stalla. Nel 1307, con la soppressione dell’Ordine Templare, il
palazzo passò all’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri, noti dal 1530 in
poi come Cavalieri di Malta, che tennero il palazzo fino alla
soppressione del sistema feudale nel 1806.
Proprietà:
4BA
Lago Pescara-Monte Cornacchia-Bosco Cerasa – Biccari
Nel territorio di Biccari si trova l’area naturale denominata“ Lago
Pescara – Monte Cornacchia- Bosco Cerasa –“. L’area dista 8 Km da
Biccari ed è dotata di zone attrezzate per la sosta, il picnic, di
posti di ristoro e di aree adibite a parcheggio.
All’interno dell’area naturale sono comprese alcune montagne più
importanti della Puglia: il monte Cornacchia, che con i suoi 1151
metri è il monte più alto della Puglia, il monte Sidone e il Toppo
Pescara. Alle pendici del Toppo Pescara si trova il lago Pescara.
L’area naturale è ricca di boschi, fra cui “ Bosco della Cerasa” ed il
“ Boschetto”.
Partendo da Biccari seguendo la strada verso il lago, si giunge
all’area attrezzata denominata “il Boschetto”. Tale area è attrezzata
per la sosta, il picnic ed il parcheggio dei veicoli. Da questa zona
partono dei sentieri che permettono di raggiungere la cima di monte
Sidone, da dove si gode di una splendida veduta del paesaggio
circostante, e la vetta di monte Cornacchia, con i resti del rifugio
forestale in pietra, completamente immerso negli immensi pascoli che
lo circondano.
Attività connesse: birdwatch, equitazione, trekking, cicloturismo.
5A
Torre di Tertiveri- Torrente Vulgano - Biccari
Nella campagna di Biccari, la Torre di Tertiveri domina una collina di
circa 400 m., non lontana dal torrente Vulgano, sulla strada che porta
a Lucera. A pianta quadrata, in pietra proveniente dai torrenti della
zona, la Torre era vedetta ed avamposto per gli abitanti di Borgo di
Tertiveri in epoca federiciana.
Attività connesse: passeggiata archeologico-naturalistica
6BA
Lago di Occhito – Carlantino, Celenza Valfortore
Il lago di Occhito è un bacino artificiale alimentato dai fiumi
Fortore e Tappino. Oltre alle funzioni di serbatoio idrico a fini
irrigui e civili esso ha una grande importanza naturalistica, tanto da
essere stato diventato Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.). E’
possibile percorre sentieri trekking nelle vicinanze, oppure godere
del centro visite del Alcedo.
Nell’area trovano rifugio diverse specie di uccelli legati agli
ambienti umidi, ed alcune specie di mammiferi tra cui la più
importante è la lontra. Si possono trovare inoltre molti rettili.
L’avifauna è molto varia: alzavole, moriglioni, aironi, nitticore,
nibbio bruno e reale, smeriglio. Le acque del lago sono ricche di
pesci e anfibi e numerosi sono gli appassionati di pesca sportiva che
si danno appuntamento sulle sue sponde. La vegetazione dell’area
circostante il lago è caratterizzata da terreni coltivati alternati a
piccoli boschi in prevalenza di roverelle in associazione con specie
tipiche della macchia mediterranea. Lungo le sponde del fiume e del
lago, dove le acque sono in movimento, la vegetazione riparia è
costituita principalmente da salici, pioppi neri e bianchi. Nelle aree
spondali in cui le acque sono calme o ferme la vegetazione è
rappresentata dal canneto.
Attività connesse: Birdwatching, trekking, canoa, pesca sportiva
7BC
Area Archeologica del Monte San Giovanni – Carlantino
Sul Monte San Giovanni a nord rispetto all’attuale abitato di
Carlantino, è stata scoperta un’importante area archeologica. Dopo
attenti scavi sono venuti alla luce reperti risalenti sia all’età
prestoica che attestanti la presenza di un insediamento romano. Di
notevole interesse storico sono i resti di cinta murarie e di quella
che sembra essere stata una fornace in cui veniva lavorato il ferro.
In questo sito sono stati ritrovati anche alcuni reperti, una
collezione di 300 monete e numerose ghiande di piombo, che sembrano
testimoniare che la famosa Battaglia di Canne sia stata combattuta in
realtà nei dintorni del territorio.
8BC
Castello di Dragonara – Casalnuovo Monterotaro
Dell’antica città di Dragonara, fondata entro il primo quarto dell’XI
secolo insieme a Troia, Fiorentino e Civitate dal catapano bizantino
Basilio Boiohannes per creare un vero e proprio limes bizantino contro
Longobardi e Normanni, resta oggi solo il castello, poi trasformato in
una masseria. Il castello, sicuramente completato dopo la fondazione
di Dragonara, fu oggetto di numerosi rimaneggiamenti fra XIII e XVI
secolo e nel 1769 subì sostanziali modifiche e restauri. Attualmente
il castello si presenta di forma rettangolare, con un cortile interno,
2 torri cilindriche e due quadrate. A poca distanza dal castello si
trova una torre cilindrica, ora vuota, a cui si accede tramite una
porta aperta, in epoca recente per adibire la torre a stalla. Non vi è
traccia invece dell’ingresso originario. Nel 1984 si scoprì, murato
sul lato orientale del castello, un concio di pietra calcarea con
figure a bassorilievo raffigurante sulla destra una figura umana a
cavallo nell'atto di scagliare una rudimentale balestra e sulla
sinistra un toro. Probabilmente la scena apparteneva a un ciclo
narrativo micaelico.
9BA
Colle Bettino – Casalnuovo Monterotaro
Molti paesi sono ormai dotati di un inventario dei siti prioritari per
la conservazione e protezione dell’avifauna, il programma IBA
(Important Bird Area) va in questa direzione ed ormai completo a
livello continentale.
In Italia, la Lipu ha effettuato l’inventario di questi siti ed ha
pubblicato il primo rapporto nel 1989 ed un successivo elenco
aggiornato nel 2000.
Con il termine IBA si sono individuati siti in tutto il mondo, sulla
base di criteri ornitologici applicabili su larga scala, da parte di
associazioni non governative che fanno parte di BirdLife
International. Il principale criterio di individuazione di un’area IBA
è il fatto che ospiti una popolazione siginificativa di specie rare o
minacciate oppure che ospitino eccezionali concentrazioni di uccelli
di altre specie.
Per l’area "Monti della Daunia", che copre una superficie di oltre
75.000 ettari ed interessa le regioni Puglia, Molise e Campania, le
specie nidificanti, la cui presenza ha determinato l’individuazione
dell’IBA, sono il nibbio reale e la ghiandaia marina. Quelle che
invece sono ritenute non qualificanti, ma comunque importanti per la
gestione del sito, sono il nibbio bruno, l’albanella reale e il
lanario.
10BC
Torre dei briganti e Filomena Pennacchio – Casalvecchio di Puglia
Non lontano dal Paese è la Torre dei Briganti, che un tempo fungeva da
strategico punto di osservazione sul vasto panorama del Tavoliere. Le
origini di questa torre cilindrica in pietra sono un po’ confuse,
forse eretta nel XI secolo come punto di altura e segnalazione oppure
risalente al XV secolo e annoverabile tra le postazioni di avvistameto
che costellavano la zona. Di questo monumento architettonico oggi
rimane uno splendido rudere.
Secondo alcune fonti Casalvecchio di Puglia nel 1845 avrebbe dato i
natali a Filomena Pennacchio, che dopo aver ucciso il geloso marito da
cui subiva dei maltrattamenti si rifugiò fra i boschi di Lucera, dove
incontrò il bandito Giuseppe Schiavone e diventò essa stessa una
famosa brigantessa, dandosi a scorrerie e razzie nei territori
circostanti. Fu arrestata nel novembre del 1864 nei pressi di Melfi,
nel 1865 sarà condannata a venti anni di lavori forzati, poi ridotti a
nove e a sette con regio decreto del 6 marzo 1870. Da allora della
brigantessa non si è mai risaputo nulla.
Attività connesse: escursione archeologico-storica sulle orme dei
briganti
11BC
Casone della Sgurgola -Casalvecchio di Puglia
Molto bella e ben conservata è la medioevale Torre "Casone della
Sgurgola" a base quadrata e coronata da merlature, ammirabile lungo la
strada che collega Casalnuovo a Torremaggiore.
12B
Torre Bizantina – Castelluccio Valmaggiore
Osservando il panorama di Castelluccio Valmaggiore, splendidamente
arroccato su di una collina, si rimane catturati dalla figura della
Torre Antica che si staglia imponente tra le casette del borgo. La
costruzione della torre viene attribuita al catapano bizantino Basilio
Boioannes che, in seguito alla rifondazione di Troia nel 1019,
provvide ad una vera e propria opera di incastellamento del territorio
in funzione antinormanna.
Questa costruzione monumentale, alta 20 metri e poggiante su base
poligonale, si compone di due piani; il piano elevato alto circa 14
metri permette l’accesso al piano superiore tramite una scala a pioli
che passa da un’apertura nella volta a botte. Dal piano superiore alto
circa 4 metri, percorrendo una scalinata a chiocciola, si sale al
terrazzo per godere di una meravigliosa vista sull’ampia vallata.
13BA
Torrente Celone – Faeto, Castelluccio Valmaggiore
Il Torrente Celone ha le sorgenti alle pendici del monte San Vito
(1015 m s.l.m.). Il suo corso ha inciso la val Maggiore, importante
corridoio ecologico lungo il quale, in particolare nel tratto in
pianura, risalgono diverse specie di uccelli migratori e non come
aironi, gru, e talvolta oche selvatiche che in alcuni periodi
dell’anno sono presenti nell’importantissimo sito della diga Capaccio.
Le sponde del torrente conservano un ambiente ripariale ben
strutturato che assume una maggiore rilevanza naturalistica nel tratto
fra Castelluccio val Maggiore e Faeto. Il torrente termina il suo
corso, dopo 70 km, sfociando nel torrente Candelaro presso la Masseria
Monte Sacro.
Attività connesse: birdwatch, equitazione, trekking, cicloturismo.
14BC
Convento e Chiesa di S. Maria Maddalena – Castelnuovo della Daunia
Visitando Castelnuovo della Daunia non si può non dedicare qualche
momento al Convento e all’annessa Chiesa di Santa Maria Maddalena
edificati verso la seconda metà del Cinquecento per volere del
Marchese Don Francesco de Sangro. L’esterno della costruzione è
semplice nelle linee ma arricchito dal rivestimento in mattoni di
pietra a vista e dal prezioso portale in "pietra mischia" finemente
scolpito esempio di romanico pugliese recuperato dal convento di San
Matteo in Scurgola. L’interno, molto suggestivo, a tre navate, rivela
immediatamente tracce dei rimaneggiamenti del ’700 che hanno rivestito
le semplici linee architettoniche dei pilastri e delle volte della
chiesa con stucchi ornamentali appariscenti. Qui si possono ammirare
anche opere artistiche quali il settecentesco organo con balaustra
decorata, la statua dell’Immacolata Concezione del 1763, oltre a
numerose tele di fine ’600 attribuite a B. Brunetti. Da non
dimenticare inoltre il chiostro cinquecentesco e l’esposizione di
arredi sacri al primo piano.
15BA
Pineta La Cappellina – Castelnuovo della Daunia
Pineta Cappellina è un bosco, un’area verde attrezzata in località
Molino a Vento a prevalenza di pino d’Aleppo, tipica conifera della
Puglia. E' ottimo punto panoramico per godere la vista del Tavoliere.
16BC
Castello Gambacorta – Celenza Valfortore
In cima alla collina dove è adagiata Celenza, è svetta il castello di
pianta trapezoidale voluto dai Gambacorta. Con questa famiglia Celenza
raggiunse il suo massimo splendore tra il XV ed il XVI secolo.
L’edificio fu iniziato nel 1467 da Giovanni Gambacorta e completato
nel 1519 dal figlio Carlo. Nel 1575 Carlo Gambacorta di Gianpaolo lo
trasformò in dimora gentilizia. Andrea Gambacorta (1600), esperto
d’architettura, pittura e scultura, rifece le mura del giardino
pensile, completò gli appartamenti del palazzo baronale, arricchendolo
di pitture ornamentali.
Dell’antico edifico rimangono una delle due torri merlate, tre superbe
logge e un cortile coperto.
La seconda torre fu incendiata nel 1799 dai rivoluzionari partenopei,
in epoca feudale era infatti sede del carcere. Le torri antiche
inizialmente erano cinque come si rileva dallo stemma di Celenza.
L’ultimo barone che lo possedette fu Orazio Giliberti che nel 1808 lo
vendette al notaio Michele Iamele per 3600 ducati.
17BA
Fiume Fortore – Celenza Valfortore
Il fiume Fortore, lungo 110 Km, scorre nelle province di Campobasso,
Benevento e Foggia.
Nasce dal monte Altieri nell’Appennino lucano. Il fiume per un lungo
tratto segna il confine tra le province di Campobasso e Foggia, e
sfocia nel mar Adriatico a poca distanza dal lago di Lesina.
Alcuni storici lo identificano come il fiume Aufidum dove si combatté
la battaglia di Canne tra Romani e Cartaginesi.
Le acque del fiume alimentano il lago artificiale di Occhito.
Tratti del corso del fiume ed il lago di Occhito sono Siti di
Interesse Comunitario (SIC), per la presenza di specie vegetali,
animali ed habitat di notevole importanza naturalistica.
Lungo il fiume è presenta la cosiddetta "foresta a galleria", formata
da salici e pioppi bianchi. Il fiume lambisce anche un’area
interessata dalla presenza di un relitto di bosco planiziario, il
Bosco di Dragonara.
Le presenze faunistiche sono notevolissime, anfibi come l'Ululone dal
ventre giallo, avivafauna quale il Tarabuso, la Moretta tabaccata, ed
il Lanario, mammiferi quali lontra e lupo.
18A
Parco eolico di Monte San Vito – Celle di San Vito
In un mondo in cui le fonti di energia più conosciute e sfruttate sino
ad ora, sono in esaurimento, è necessario iniziare a parlare in
termini di “energia sostenibile”: modalità di produzione ed uso
dell'energia che permette uno sviluppo sostenibile. I Monti Dauni da
sempre hanno familiarità con l'uso di energia pulita: questa è terra
di mulini ad acqua, ancora disseminati nel territorio.
I parchi eolici hanno recentemente modificato lo skyline del nostro
paesaggio in maniera notevole: qui si produce la gran parte
dell'energia pulita della Regione Puglia. Oramai gli impianti eoloci
per la produzione di energia elettrica vanno considerati elementi
caratterizzanti del paesaggio e della cultura dei Monti Dauni.
Attività connesse: escursione naturalistica e laboratorio per la
conoscenza della produzione di energia sostenibile.
19BC
Borgo rurale e Chiesetta di San Vito – Celle di San Vito, Faeto
In contrada San Vito, quasi a metà strada fra Celle di San Vito e
Faeto, si trovano le rovine di una chiesetta dedicata a San Vito e i
resti di un antico casale detto “Taverna di San Vito” con una fonte.
Il luogo è parte di quell’antico Casal Crepacore in cui, per
concessione di Carlo d’Angiò, si insediarono i 200 soldati che nel
1269 avevano valorosamente difeso il vicino castello di Crepacore e a
cui gli storici locali fanno risalire la minoranza linguistica
franco-provenzale della Capitanata che poi fondò Celle di San Vito e
Faeto.
Strategica è la posizione del luogo, ubicato nei pressi di un agevole
valico dell’Appennino Dauno che in virtù della sua bassa quota (1000 m
slm) fu utilizzato sin dall’età preistorica e poi seguito dal
tracciato della via Traiana, che qui raggiungeva il suo punto
altimetrico più elevato.
20BC
Casa del Capitano Museo Etnografico – Faeto
A Faeto la memoria della civiltà contadina e pastorale è molto
sentita. Proprio per conservare e trasmettere ai più giovani il valore
delle tradizioni, nel 1988 è stato inaugurato il Museo Etnografico
grazie all’impegno della sede locale Archeoclub delle Comunità
Francoprovenzali di Faeto e Celle San Vito.
Il Museo è sito in un luogo esso stesso ricco di storia e leggenda, la
Casa del Capitano.
Lo spazio è diviso in sale tematiche che raccontano scene di vita
quotidiana attraverso gli oggetti. Nella prima sono esposti gli
attrezzi dell’attività contadina e pastorale, alcuni oggetti del
focolare domestico per la preparazione e cottura del pane e della
pasta, costumi e sistemi di illuminazione. La sala successiva contiene
attrezzature e diversi mezzi di trasporto, dalla barella alla slitta o
"treggia", al calesse. Poi si continua con gli utensili e i metodi
artigianali tradizionali, per terminare nell’ultimo ambiente in cui è
ricreata la tipica camera da letto.
21BA
Bosco Difesa – Faeto
E’ costituito in gran parte da querce (roverella e cerro) e faggio.
Rispetto a quest’ultima specie si tratta della presenza di maggior
rilievo nell’ambito del territorio dei Monti Dauni. Accanto alle
principali specie arboree si trovano anche l’acero di monte, l’acero
campestre, il carpino bianco, l’olmo di montagna, il sorbo torminale,
il tiglio nostrano. Importante è anche il sottobosco con pungitopo e
agrifoglio. A livello erbaceo importanti le fioriture di bucaneve, di
primula, di anemone e di numerose specie di orchidee di bosco. Le zone
periferiche del bosco e le radure vedono una forte diffusione della
rosa canina.
La fauna dell’area è ricca di specie, tra i mammiferi il lupo, il
gatto selvatico, il tasso, il ghiro e il moscardino. Tra gli anfibi
l’ululone appenninico e la rana agile. Tra gli uccelli il picchio
rosso maggiore ed il picchio verde.
All’interno del Bosco è stato realizzato un Orto Botanico, percorsi
attrezzati di diversa durata e difficoltà, ed aree pic-nic.
Il Bosco Difesa di Faeto rappresenta uno dei boschi più importanti,
dal punto di vista naturalistico, dei Monti Dauni, tant’è che è stato
nominato Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Esteso per circa 150
ha, è situato sul versante settentrionale dell’altura omonima,
spingendosi in basso sino al Canale del Feudo che raccoglie le acque
delle vicine sorgenti del torrente Celone.
22BC
Anfiteatro Romano – Lucera
Edificio del I secolo dell'Impero, si tratta del più vasto Anfiteatro
romano dell'Italia meridionale; venne fatto costruire su proprio
terreno e a proprie spese dal tribuno Marco Vecilio Campo in onore
dell'imperatore Ottaviano, in occasione del conferimento a questi, da
parte del Senato di Roma, del titolo di Augusto (27 a.C.).
Di pianta ellittica (130 x 100 m.), fu concepito come un luogo di
svago, adibito a spettacoli ginnici, lotte di gladiatori, cacce alle
fiere, esecuzioni capitali e, probabilmente a naumachìe; con l'imporsi
del cristianesimo e la conseguente abolizione degli spettacoli
cruenti, cadde in disuso. Venne quindi devastato nel 663 ad opera
delle truppe di Costante II.
I suoi resti, così come quelli di altri edifici romani, vennero infine
utilizzati da Federico II nella costruzione del suo Palazzo imperiale
(1233). Rimasto coperto da materiali di riporto, dopo che per secoli
il sito era servito da cava per la costruzione della città, a terreno
agricolo e a pascolo, il monumento fu riportato alla luce grazie a tre
campagne di scavi, svoltesi dal 1932 al 1945.
23BC
Fortezza Svevo Angioina – Lucera
Uno splendido palazzo fu eretto dall’imperatore Federico II di Svevia,
nel 1233, a Lucera su di un colle ove i Romani avevano costruito la
loro acropoli in una posizione tale da assicurare una buona difesa. Il
palazzo si presentava come un maestoso torrione con una base
quadrangolare (ancora visibile), a tre piani, con la parte esterna al
cortile e la parte interna del terzo piano dalla forma ottagonale. I
tre piani contenevano 32 vani che ospitavano la corte e gli
appartamenti imperiali. Nei sotterranei erano site le camerate per le
guarnigioni.
Una loggia ad archetti ciechi circondava il cortile a metà altezza,
aperture romboidali e circolari si alternavano alle finestre a sesto
acuto, una cisterna profonda 14 metri garantiva la riserva idrica, uno
zoccolo quadrato, lungo 43 metri e doppio tre e mezzo, sopraelevava la
galleria, nove feritoie per lato davano al palazzo l’aspetto di un
bunker.
24BA
Monte Sambuco – Motta Montecorvino
Il Monte Sambuco rappresenta una delle più alte cime del Subappennino.
Dalla sua vetta è possibile godere di un bellissimo panorama sul
territorio circostante.
L’area è compresa all’interno di un Sito di Importanza Comunitaria
(denominato appunto Monte Sambuco) che interessa il territorio di
diversi comuni del Subappennino: Celenza Valfortore, Carlantino,
Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Pietramontecorvino,
Castelnuovo della Daunia, Motta Montecorvino, Volturara Appula, S.
Marco La Catola. Si estende per oltre 11000 ettari, dal fondovalle
sino alla vetta del Monte Sambuco. Sono presenti diversi habitat
interessanti e ben conservati. Molto importanti i boschi mesofili di
latifoglie miste, la vegetazione forestale riparia costituita
principalmente da salici e pioppi bianchi, e le praterie ed i pascoli
in cui si ritrovano diverse specie di orchidee con le loro fioriture
colorite.
All’interno del Sito le presenze faunistiche sono di notevole
importanza, è accertata la presenza del lupo, tra i mammiferi; tra gli
uccelli sono presenti, ad esempio, il picchio verde, il torcillo,
l’allocco, lo sparviero, il nibbio bruno ed il nibbio reale; tra gli
anfibi è presente l’ululone dal ventre giallo.
25BC
Museo Civico Etnografico – Motta Montecorvino
Museo sorto con lo scopo di mantenere viva la memoria delle tradizioni
e culture del passato: custodisce numerose testimonianze della civiltà
contadina.
26BC
Museo Archeologico Parrocchiale – Pietramontecorvino
Il Museo Archeologico Parrocchiale di Pietramontecorvino vanta uno
spazio espositivo suggestivo nei sotterranei del Palazzo Ducale,
arricchito da volte in pietra a vista. Qui, in cinque sale, sono
custoditi reperti di varie epoche che raccontano la storia del paese.
Si possono ammirare oggetti della civiltà dauna, di epoca
greco-romana, medioevale e dal 1500 in poi.
27BA
Boschi di Pietramontecorvino
Si tratta di un sistema di aree forestali attrezzate per escursioni,
passeggiate e pic-nic, si trovano qui anche due fontane, Pila del
Ladro e Pila di Sant’Onofrio. Elevato è il valore naturalistico di
questo luogo, poichè è accertata la presenza del lupo ma anche del
gatto selvatico, per non parlare delle molteplici specie di avifauna e
di anfibi nel prato allagato nei pressi del fontanile di Sant’Onofrio.
Spettacolare, nelle notti d’estate, la presenza di lucciole. Mentre in
primavera è possibile ammirare i colori e i profumi delle primule,
degli anemoni e dei bucaneve.
28BC
Casa dell'Artigiano, Museo della Civiltà Contadina – Roseto Valfortore
La Casa dell'Artigiano è il luogo della tradizione per eccellenza.
Documenta l’importanza della tradizione nella comunità, illustra la
struttura della casa contadina, gli antichi utensili del vivere
quotidiano e tutto il folklore religioso e di fede popolare. Inoltre
espone gli attrezzi relativi all’agricoltura e gli strumenti di lavoro
artigianale in tutte le evoluzioni storiche.
29BA
Toppo del Brigante – Roseto Valfortore
Area a contatto con monte Vento, monte Saraceno e monte Cornacchia,
alle cui pendici meridionale è situato, sovrasta l’importantissima
area umida di Iscatare ed è in continuità con Bosco Vetruscelli. Il
Toppo dei Briganti è occupato in gran parte da boschi di latifoglie,
querce ma soprattuto faggi.
La fauna è molto interessante, tra i mammiferi sono da segnale
soprattutto il lupo ed il gatto selvatico, come specie di maggior
importanza, insieme al cinghiale, al tasso e al ghiro.
30BA
Bosco di San Cristoforo – San Marco La Catola
Il Bosco San Cristoforo è un’autentica oasi di verde e tranquillità
nei pressi del centro di San Marco la Catola. Si tratta di un’area
forestale, a prevalenza di cerro, estesa per circa 300 ettari,
attrezzata per il turismo escursionistico, sia per chi ama le
passeggiate che per chi ama la mountain bike o il cavallo; è infatti
attraversato da 3 sentieri.
Bosco San Cristoforo è il proseguimento dei boschi di Volturara Appula
e ne costituisce la porzione settentrionale. Significativa è la
presenza di ristagni d'acqua, cosiddette "marcite", che costituiscono
altrettante fontamentali oasi per gli anfibi. Il bosco, governato in
gran parte a ceduo, comprede esemplari di grandi dimensioni ed è
fontamentale per la presenza in zona del lupo, del cinghiale, del
gatto selvatico, del tasso, del ghiro e del moscardino. Importanti
sono le fioriture di primule, bucaneve ed orchidee.
31BC
Castello Pignatelli – San Marco La Catola
Domina il borgo un imponente palazzo fortificato di cui oggi restano
soltanto i ruderi. Sul periodo di costruzione ci sono tesi
discordanti, ma la più accettata è quella che sia un’opera risalente
alla dinastia Angioina, ovvero al XIII secolo. La forma irregolare fa
pensare ad una costruzione in diverse fasi. E’ costituito da tre
ingressi con due torri e da mura alte rafforzate da contrafforti e
bastioni. All’interno ci sono i resti di un’abitazione centrale,
dimora del feudatario e di modeste abitazioni destinate ai coloni. Si
racconta che all’interno ci fosse anche un mirabile giardino pensile.
La cappella del palazzo dedicata a San Marco Evangelista, risalente al
1548 e voluta dalla Baronessa Lucrezia Surrento, è stata restaurata e
rimane ancora l’originale portale di ingresso decorato.
Il castello restò di proprietà della famiglia Pignatelli fino al 1821,
quando Giovanni Pignatelli, Duca di Montecalvo e Marchese di San Marco
la Catola, lo vendette a Nicolangelo Cipriani. Oggi il castello è di
proprietà del comune.
32BC
Palazzo Ducale – Volturara Appula
Tra le architetture storiche che raccontano il passato del Borgo di
Volturara è da ricordare il Palazzo Ducale, costruzione fortificata
risalente al XVI secolo, edificata su un precedente fortilizio, che
nel corso del tempo, in seguito a numerosi rimaneggiamenti, ha celato
le finalità difensive tra le architetture di residenza nobiliare. Per
molto tempo è stato proprietà della famiglia Caracciolo.
33BA
Bosco di Sant'Antonio – Volturara Appula
Il Bosco di Sant’Antonio occupa una vasta porzione delle pendici
meridionali di monte Orlando - monte Sambuco. Si tratta di un vasto
complesso forestale di latifoglie in continuità con i boschi di S.
Marco la Catola, Celenza Valfortore, Pietramontecorvino e di Motta
Montecorvino. L’area è ricca di acque, ed ospita una fauna
interessante costituita dal lupo, dal gatto selvatico, dal tasso, dal
cinghiale, ghiro e moscardino ed importanti colonie di anfibi. Ricca
anche la componente avifaunistica con specie tipiche dl bosco quali la
ghiandaia e il colombaccio.
Nelle zone più aperte sono presenti diversi rapaci diurni quali la
poiana e lo sparviere, mentre di notte è facile ascoltare le
vocalizzazioni del gufo comune, dell’allocco e dell’assiolo.
Importanti sono le fioriture di orchidee, primule, anemoni, bucaneve e
di altre specie del bosco fra cui il giglio selvatico.
34BC
Sito Archeologico di Montecorvino – Volturino
Agli inizi dell’XI secolo l’amministrazione bizantina, nel tentativo
di proteggere i suoi possedimenti dai sempre più minacciosi attacchi
dei Longobardi, intraprese un’imponente, ancorché vana opera di
incastellamento del subappenino Dauno. Il perno di questo progetto
difensivo, che comprendeva Dragonara, Fiorentino e Civitate, fu la
fondazione di Troia nel 1019. Di questo vasto sistema di
fortificazioni facevano parte con ogni probabilità anche Montecorvino
e Tertiveri, sebbene non espressamente ricordate dalle fonti.
La più antica citazione di Montervino, infatti, risale al 1044, ma già
nel 1058 è sede episcopale. Distrutta nel 1137 da truppe del re
normanno Ruggero II; fu ricostruita e di nuovo abbattuta da Ladislao
II nel 1332 e nel 1441 da Alfonso d’Aragona. Montecorvino fu
definitivamente abbandonata dopo il terremoto del 1452.
Dell’antica città oggi restano i ruderi di una torre e di una chiesa
posti su un’altura che si eleva circa 50 m sulla piana circostante.
35BA
Bosco e Torrente Marano – Volturino
Il Bosco Marano si estende su una superficie di circa 200 ettari che
si trova ad una altitudini compresa tra i 350 e 550 m s.l.m. e si
collega direttamente al Bosco Mezzano in comune di Alberona, di cui
presenta le stesse caratteristiche. Si tratta di un bel bosco in
prevalenza di cerro e roverella, ed è quel che resta di estensioni ben
più ampie di querce. Nello strato arbustivo sono presenti il pruno
selvatico, il biancospino, il rovo, la rosa canina e il pungitopo.
Nello strato erbaceo sono presenti varie graminacee, fra cui,
principalmente, "coda di cane" e "erba mazzolina". Al suo interno
scorre l'omonimo torrente.
Il folto sottobosco ospita la più alta concentrazione di specie di
rettili di tutto il comprensorio.
Da segnalare alcune macanze: p. es. mulini di Roseto, Museo Fiorelli
di Lucera e chiese di Lucera, Cattedrale di Volturara, Osservatorio
ecoogico del Lupo di Roseto, etc etc. .
B.5
Programmi realizzati o in corso
Discutere brevemente i programmi e gli interventi realizzati o in
corso nel territorio, che abbiano avuto o abbiano una diretta
incidenza in termini di valorizzazione dei beni ambientali e culturali
del territorio
Sul territorio insistono significativi strumenti di programmazione
territoriale che hanno prodotto e stanno producendo un cambiamento di
struttura e di immagine.
In particolare si ricorda
il PIT n. 10 Progetto Integrato territoriale, la cui idea forza è:
Sviluppo e innovazione dell’economia del Sub Appenino Dauno attraverso
la messa in sicurezza del territorio, la tutela e la salvaguardia
delle risorse ambientali e naturali, la valorizzazione e la promozione
del binomio produzioni tipiche – turismo.
Obiettivo generale
Invertire le spinte allo spopolamento attraverso la valorizzazione del
territorio e delle risorse locali.
Linee di intervento
*
Salvaguardia e riqualificazione di siti naturalistici e culturali.
*
Riqualificazione dell’offerta turistica dell’area
*
Completamento e miglioramento dei bacini logistici
*
Sostegno alla creazione di nuove imprese e riqualificazione e
diversificazione delle imprese esistenti
*
Diffusione della Società dell’informazione.
*
Azioni orizzontali di supporto.
Obiettivi specifici
*
Garantire disponibilità idriche adeguate (quantità, qualità,
costi) per la popolazione civile e le attività produttive, in
accordo con le priorità definite dalla politica comunitaria in
materia di acque, creando le condizioni per aumentare l’efficienza
di acquedotti, fognature e depuratori, in un’ottica di tutela
della risorsa idrica e di economicità di gestione
*
Migliorare il livello di competitività territoriale garantendo un
adeguato livello di sicurezza “fisica” delle funzioni insediativa,
produttiva, turistica e infrastrutturale esistente attraverso il
recupero delle funzioni idrogeologiche dei sistemi naturali,
forestali e delle aree agricole
*
Accrescere la sicurezza attraverso la previsione e prevenzione
degli eventi calamitosi nelle aree soggette a rischio
idrogeologico incombente e elevato (con prioritaria attenzione per
i centri urbani, le infrastrutture e le aree produttive) e nelle
aree soggette a rischio sismico. Negli ambiti marginali con
sottoutilizzo delle risorse: migliorare la qualità del patrimonio
naturalistico e culturale, riducendone il degrado/ abbandono ed
accrescendone l’integrazione con le comunità locali in un’ottica
di tutela, sviluppo compatibile, migliore fruizione e sviluppo di
attività connesse, come fattore di mobilitazione e stimolo allo
sviluppo locale.
*
Risanare le aree contaminate rendendole disponibili a nuovi
utilizzi economici, residenziali o naturalistici e migliorare le
conoscenze, le tecnologie, le capacità di intervento dei soggetti
pubblici e privati, nonché la capacità di valutazione e controllo
della Pubblica Amministrazione per la bonifica dei siti inquinati.
*
Promuovere la rete ecologica come infrastruttura di sostegno delle
sviluppo compatibile e come sistema di offerta di beni, risorse e
valori.
*
Consolidare, estendere e qualificare il patrimonio archeologico,
architettonico, storico-artistico, paesaggistico, archivistico e
bibliografico delle aree depresse, nonché quello relativo alle
attività di spettacolo e di animazione culturale, quale strumento
di sviluppo qualificato ed equilibrato.
*
Migliorare la dotazione e la funzionalità delle infrastrutture per
la localizzazione e la logistica delle imprese e delle
infrastrutture di servizio e supporto per la forza lavoro, in
particolare per il lavoro femminile.
*
Favorire la creazione ed il rafforzamento dei servizi alle imprese
ed in particolare la loro connessione all’interno delle logiche di
filiera, focalizzando gli interventi sul lato della domanda, anche
al fine di ridurre il potenziale inquinante, il quantitativo di
rifiuti da smaltire, l’uso delle risorse naturali, sviluppare
pacchetti integrati di agevolazioni per il contestuale
finanziamento di investimenti, sviluppo pre-competitivo ed
innovazione tecnologica dal punto di vista produttivo e
ambientale.
*
Sostenere lo sviluppo dei territori e delle economie rurali e
valorizzare la risorse agricole ambientali e storico-culturali.
*
Accrescere e qualificare le presenze turistiche nella regione,
attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici, rafforzando
gli strumenti di pianificazione territoriale, in un’ottica di
sostenibilità ambientale e di diversificazione e integrazione
produttiva in un’ottica di filiera.
*
Favorire la nascita e la localizzazione di nuove attività e nuove
imprese, specie in iniziative che assicurino buone prospettive di
crescita e di integrazione con il territorio e l’ambiente in
un’ottica di valorizzazione dei cluster e delle filiere
produttive, anche attraverso attività di animazione permanente.
*
Migliorare la competitività dei sistemi agricoli e agroindustriali
regionali in un contesto di filiera anche attraverso la
valorizzazione delle risorse agricole ambientali e
storico-culturali.
*
Sostenere e diffondere la società dell’informazione con
particolare riferimento ai settori della pubblica amministrazione,
dell’educazione pubblica e dei sistemi produttivi, con particolare
riferimento alla internazionalizzazione delle imprese pugliesi e
la promozione dell’integrazione economica transfrontaliera e
transnazionale.
*
Promuovere un’offerta adeguata di formazione superiore e
universitaria (Policy field C), sostenere l’imprenditorialità in
particolare nei nuovi bacini di impiego e sostenere e diffondere
la società dell’informazione con particolare riferimento ai
settori della pubblica amministrazione, dell’educazione pubblica e
dei sistemi produttivi.
*
Sviluppare l’imprenditorialità e la crescita delle organizzazioni
legate alla valorizzazione e alla diffusione della conoscenza del
patrimonio culturale. Creare le condizioni e favorire la creazione
di strutture ad alta specializzazione per la gestione degli
interventi di restauro e valorizzazione. Sviluppare attività di
formazione per la riqualificazione e la creazione di competenze
legate al patrimonio e alle attività culturali.
*
Sviluppare la formazione continua con priorità alle PMI ed alla
PA, accrescere la partecipazione e rafforzare la posizione delle
donne nel mercato del lavoro, migliorare la qualificazione degli
operatori, anche attraverso il sistema di formazione, con
particolare riguardo alle tematiche ambientali.
Il PIS N. 12 riguarda l’ “Itinerario turistico Culturale Normanno
Svevo Angioino” e si rivolge ad un territorio molto ampio, per il
quale si è reso necessaria l’individuazione di cinque poli
territoriali di riferimento, tra i quali il polo territoriale del
Foggiano che si sviluppa lungo i Centri di Foggia, Cerignola,
Apricena, Torremaggiore, Lucera, Bovino. L’idea forza del PIS N. 12:
Costruire un sistema articolato e integrato di fruizione delle risorse
storico culturali presenti nell'area composte, da un lato, da
importanti beni artistici espressione dell'architettura castrense e
religiosa del periodo Normanno Svevo Angioino (castelli, torrioni,
residenze reali, palazzi, chiese), dall'altro, da ricchezze
naturalistiche e testimonianze dell'identità locale (enogastronomiche,
artigianali, folkloristiche, rurali) in grado di rafforzare la
competitività dell'area e di favorire flussi turistici crescenti e
destagionalizzati.
*
L’obiettivo generale è quello di elevare ulteriormente il livello
di sviluppo socioeconomico dell’area attraverso:La creazione ed il
potenziamento dell’ economia connessa al binomio turismo - cultura
*
L’ attenzione ai valori ambientali e di sviluppo sostenibile;
*
L’ integrazione degli interventi e delle risorse a disposizione.
La strategia di intervento è orientata al consolidamento dell'identità
turistico culturale del territorio e alla valorizzazione delle
peculiarità così da incrementare l'attrattività dell'area e produrre
un effetto benefico sui flussi turistici. Tutto ciò sarà reso
possibile specializzando e diversificando le funzioni d'uso dei beni
culturali, oggetto di tutela e restauro, e delle risorse
paesaggistiche, artigianali, enogastronomiche presenti in ognuno dei 5
poli che costituiscono l'itinerario Normanno Svevo Angioino.
La messa in rete dei cinque poli e il coordinamento delle diverse
iniziative sul territorio completano la strategia di sviluppo
territoriale. La strategia di intervento si sostanzia nell'attuazione
concertata, a livello locale, di interventi volti a rafforzare e
definire l'offerta turistico-ricettiva, nelle sue componenti
fondamentali attraverso:
- recupero e rifunzionalizzazione dei più attrattivi beni
architettonici (castrensi e religiosi) di origine
normanno-sveva-angioina e dei beni artistici ad essi connessi;
- azioni di valorizzazione e fruizione degli stessi beni;
- accoglienza e servizi al turista;
- qualità del sistema delle infrastrutture minori a servizio
dell'offerta turistica.
Linee di intervento:
- Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;
- Tutela e valorizzazione delle risorse naturali e ambientali;
- Innovazione e sviluppo dei sistemi turistico – ricettivi locali;
- Capitale umano e sviluppo imprenditoriale.
Progetto “Hospitis”
Il progetto regionale,che interessa alcuni comuni del territorio dei
Monti Dauni è finalizzato a:
*
promuovere la creazione di strutture ricettive e di accoglienza
all’interno di patrimonio edilizio attualmente sottoutilizzato e/o
abbandonato soprattutto nei centri storici, sviluppando un impatto
sull’assetto territoriale pari a zero e, quindi, generando
miglioramento ambientale e paesaggistico (elevata sostenibilità e
compatibilità degli interventi);
*
introdurre un’esperienza caratterizzata dall’utilizzazione di
criteri di bio-edilizia, di valorizzazione delle pratiche
costruttive locali e sull’autosufficienza energetica da fonti
rinnovabili;
*
diversificare l’offerta ricettiva e turistica regionale
*
valorizzare le filiere fra piccole e medie imprese turistiche
attraverso forme di integrazione spinta (marchio, modello
gestionale, marketing e comunicazione) così promuovendo
l’integrazione nelle politiche di sviluppo locale e la creazione
di valore aggiunto nell’offerta locale.
Il Piano Strategico di Area Vasta “Monti Dauni”
Il fine che propone il piano strategico è quello di rendere l’Area dei
Monti Dauni più competitiva (socialmente, economicamente,
ambientalmente e strutturalmente), cercando di aggiornare e rafforzare
il modello endogeno di sviluppo, per renderlo in grado di affrontare
con serenità le sfide poste dalla nuova economia globale e dalle
trasformazioni sociali.
Nello specifico il suo compito è quello di facilitare un riequilibrio
dell’attuale modello di sviluppo e di società, individuando una
strategia integrale e concreta che comprenda gli aspetti economici,
infrastrutturali, sociali, ambientali, urbano - territoriali,
culturali, turistici e formativi. Una strategia di integrazione e
coesione la quale sia in grado di completare sinergicamente gli
interessi e le aspirazioni dei principali attori economici, sociali,
istituzionali e i bisogni dei cittadini, attraverso l’intervento sui
nodi strategici dello sviluppo territoriale e puntando sulla
promozione generativa della qualità della trasformazione.
Le diverse direttrici di azione del piano sono:
1.
adeguare e sviluppare il sistema infrastrutturale
2.
fare del territorio un centro della qualità di vita e sociale,fare
dell’Area dei Monti Dauni una realtà attenta alla coesione sociale
e non solo al rilancio economico
3.
sviluppare le potenzialità dell’Area quale territorio del turismo,
dell’arte e della qualità ambientale e di vita
4.
puntare sullo sviluppo ambientale quale nuovo termine della
qualità della vita e della competitività territoriale
5.
are dei Monti Dauni un territorio dell’innovazione, delle
conoscenze produttive e dei saperi
6.
rafforzare le dinamiche per la formazione del capitale umano e
della solidificazione di una nuova classe imprenditrice
Il Piano di Sviluppo Locale e la strategia del GAL “Meridaunia”
Il partenariato istituzionale e quello socio-economico dell’Area dei
Monti Dauni hanno individuato quale obiettivo prioritario della nuova
programmazione territoriale del PSR 2007-2013 quello di prevenire e
bloccare i fenomeni di crisi sociale ed economica prodotti dalla
ristrutturazione economica nelle aree rurali cercando di trasformare
sia le minacce ed i punti di debolezza del sistema territoriale locale
sia gli effetti negativi del cambiamento in opportunità e risorse per
lo sviluppo sostenibile, ovvero cercando di ri-orientare in senso
positivo le dinamiche socio-economiche in atto.
Per limitare e prevenire gli effetti, le esternalità negative del
cambiamento sociale e della ristrutturazione economica in atto, il GAL
“Meridaunia” intende implementare politiche integrate di sviluppo
locale (politiche agricole, politiche turistiche, politiche sociali e
di inclusione sociale) al fine di creare nuovi mercati e nuovi bacini
occupazionali in settori produttivi che accrescano lo sviluppo
economico, la coesione sociale e la tutela ambientale del territorio,
in altri termini la qualità della vita.
La necessità di interventi finalizzati alla creazione di nuovi bacini
occupazionali e nuovi mercati (espansione economica in settori
produttivi affatto o poco sviluppati) emerge dalla analisi del mercato
del lavoro locale, caratterizzato da una forte asincronia tra offerta
e domanda: l’offerta propone qualifiche non richieste dalla domanda,
che peraltro quest’ultima non è strutturalmente in grado di assorbire,
date le caratteristiche della economia locale, fortemente dipendente
dal settore primario e dalle produzioni manifatturiere tradizionali.
La ristrutturazione economica che interesserà l’Area dei Monti Dauni
nei prossimi anni determinerà una massiccia perdita di posti di lavoro
nel settore agricolo e in misura minore in quello manifatturiero.
Per evitare la crescita della disoccupazione e ulteriori effetti
negativi sulla coesione sociale, occorre lavorare soprattutto sulla
domanda di lavoro, quindi favorire lo sviluppo e creare nuovi sbocchi
occupazionali in particolar modo nel settore dei servizi (con
particolare riferimento ai servizi turistici e ai servizi alla persona
e di prossimità), verso il quale la domanda si orienta in misura
prevalente.
Altrimenti il sistema socio-economico dei Monti Dauni andrà incontro
inesorabilmente ad un ulteriore invecchiamento della popolazione e ad
uno spopolamento del territorio dovuto alla emigrazione.
La strategia di sviluppo individuata si focalizza perciò
*
sugli interventi di sostegno/recupero/manutenzione/valorizzazione
del capitale sociale locale e dei potenziali di sviluppo (il
patrimonio storico-culturale, materiale ed immateriale, e
naturalistico-ambientale)
*
sulla inter-azione positiva fra capitale sociale e potenziali di
sviluppo
La strategia di sviluppo del PSL di cui è attuatore il GAL Meridaunia
si fonda sui seguenti capisaldi:
*
La definizione dei problemi di partenza e quindi delle politiche
di intervento: la questione dello sviluppo si definisce come la
necessità di valorizzare le risorse locali per avviare processi
auto-sostenuti e auto-sostenibili di sviluppo economico e sociale.
*
La centralità della dimensione territoriale: il territorio diviene
il termine cui riferirsi per la individuazione delle risorse in
grado di sostenere lo sviluppo, ovvero per la individuazione di
bisogni da soddisfare e per la definizione delle modalità
gestionali più opportune per fornire le adeguate risposte, insomma
la dimensione cui riferirsi per adeguare reti di servizi alle
caratteristiche dei bacini territoriali.
*
Il tema della integrazione: all'unitarietà del territorio deve far
fronte l'unitarietà della gestione delle politiche di sviluppo,
ovvero l'integrazione della pluralità di soggetti – pubblici e
talvolta privati – e dei livelli istituzionali competenti per
materia.
*
L'obiettivo di mettere in moto processi virtuosi di costruzione di
Capitale Sociale Locale, che trascendano i confini delle
organizzazioni associate e il loro ambito di intervento.
Sezione C – Strategie ed interventi
C.1
Idea forza del SAC
Identificare con un breve testo, di non più di cinque righe, l’idea
forza del SAC come definita nelle Istruzioni generali, in coerenza con
i tematismi identificati
Puglia Inattesa/Puglia d’Altura propone di dare conoscenza,
valorizzazione e fruizione delle peculiari caratteristiche del sistema
insediativo Lucera- Monti Dauni settentrionali ovvero del combinato
identitario e particolare di patrimonio
storico-architettonico-etmografico antico e medievale e delle
specifiche risorse paesaggistiche collinari-montane del territorio,
assolutamente uniche i Puglia. La divulgazione e gestione di questi
beni sarà organizzata secondo criteri e ritmi sostenibili, potenziando
il meccanismo delle strutture in rete già funzionanti (p. es. Centri
Visite), anche attraverso sistema di fruizione periodici, trmporanei,
mirati.
C.2
Strategie ed obiettivi
Discutere brevemente (massimo in 30 righe) le strategie programmate
per conseguire l’idea forza, in particolare identificando i contenuti
e le modalità dell’azione di completamento, valorizzazione, messa in
rete e gestione dei beni e delle attività individuate al punto B.4.
Specificare di conseguenza gli obiettivi generali e specifici della
policy per la costituzione e valorizzazione del SAC.
Per perseguire l’idea-forza si intende attuare una strategia che
prevede, preliminarmente, l’identificazione di un unico soggetto a cui
si affida in modo continuativo il coordinamento degli interventi di
valorizzazione e gestione dei beni.
Obiettivo strategico è comunicare il carattere sistemico e identitario
di questo territorio sia dal punto di vista culturale che ambientale,
che vede la città d’arte e di storia, Lucera, fare da porta di accesso
insediativa e geografica e, di riflesso, offrirne elementi di
conoscenza e riconoscibilità di tipo turistico, attraverso una nuova e
migliore articolazione della fruibilità dei beni, realizzata per il
tramite dell’elaborazione e sfruttamento di itinerari e percorsi
storici, culturali, naturalistici sia reali che virtuali e innovazioni
e potenziamenti di supporti quali segnaletica, pannellistica,
piattaforme e contenuti multimediali di introduzione alle visite,
guide cartacee, editoria di alta divulgazione, pacchetti e visite
guidate, laboratori didattici per la migliore fruizione e conoscenza
dei beni., etc.
Questa strategia mira a potenziare la fruibilità di beni disponibili e
la messa a disposizione di beni attualmente non tali (o p. es. di
condizione privata), anche attraverso nuove soluzioni (fruibilità
temporanea, periodica, stagionali, per eventi o manifestazioni, per
percorsi e itinerari, supportata da fruibilità virtuali, etc.). Questo
potenziamento peraltro sarà guidato da un criterio di valorizzazione e
consumo turistico di tipo lento, sostenibile, ecocompatibile, come
proprio di questo territorio.
Tale obiettivo verrà perseguito anche creando sinergie con le realtà
di presenti sul territorio già impegnate nella promozione a fini
turistici dello stesso (pro loco, associazioni culturali) e
intercettare l'interesse di soggetti pubblici e privati.
Tale operazione inoltre appare in continuità con l'opera di promozione
del territorio fin qui effettuata dal GAL Meridaunia e dei tentativi
di dare identità allo stesso nell'immaginario collettivo da parte del
progetto “Get local” (creazione di un logo “Monti Dauni”) e rafforzata
attraverso connessioni con altri sistemi culturali e turistici
geograficamente e culturalmente prossimi.
C.3
Coerenza della strategia e degli obiettivi con gli strumenti di
pianificazione e gestione presenti nel territorio del SAC
Discutere brevemente la coerenza della strategia di valorizzazione ed
uso innovativo delle risorse con la pianificazione e gli strumenti di
gestione esistenti nell’area SAC
La strategia è coerente con:
*
il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR);
*
Piano Regionale dei Trasporti;
*
il PTCP della Provincia di Foggia;
*
la maggior parte dei Documenti Preliminari di Programmazione
nell'ambito dei percorsi di PUG dei comuni interessati
*
La maggior parte degli obiettivi specifici del Piano di Sviluppo
Locale (PSL) dei Monti Dauni, ovvero: 1) il recupero e la
riqualificazione del patrimonio storico-culturale per la fruizione
turistica e la fornitura di servizi essenziali alla popolazione;
2) l’introduzione di servizi al turismo rurale e la promozione di
sistemi di rete e di supporto; 3) l’incremento e il miglioramento
del sistema della piccola ricettività diffusa sul territorio; 4)
la riqualificazione delle competenze professionali degli operatori
turistici del territorio; 5) il miglioramento della
multifunzionalità in agricoltura; 6) la diversificazione e
l’incremento delle fonti di reddito e occupazione della famiglia
agricola;
*
L’Area Vasta “Monti Dauni”
Gli obiettivi strategici dell’Area Vasta dei Monti Dauni che
scaturiscono direttamente dalla vision e sono di seguito suddivisi per
Assi:
Infrastrutture di Base - colmare il deficit infrastrutturale;
aumentare la connettività dell’area intervenendo, in funzione delle
priorità territoriali, su: reti viarie, telematiche, elettriche,
idriche, energetiche, infrastrutture rurali
Ambiente e Territorio - Intervenire sulle principali emergenze
ambientali del territorio. Valorizzare le risorse naturali dell’area
per salvaguardare e tutelare l’ambiente, per consentirne la
valorizzazione e fruizione, per migliorarne il bilancio energetico e
l’inserimento paesaggistico. Avviare un processo di pianificazione
intercomunale di area vasta e di riqualificazione delle città e dei
borghi.
Asse Sviluppo del Turismo - Aumentare l’attrattiva dell’area, attrarre
escursionisti e turisti, anche per soggiorni brevi. Incentivare un
turismo “residenziale" attraverso la vendita ed il recupero del
patrimonio immobiliare ad uso turistico, anche da parte di cittadini
esteri. Fare del turismo uno dei settori chiave dell’area in grado di
generare opportunità occupazionali ed imprenditoriali per la comunità
residente.
Asse Qualità vita - Migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Ridurre le disparità sociali ed economiche, anche rispetto a standard
di aree più avvantaggiate; Potenziamento delle infrastrutture e dei
servizi (con attenzione all’applicazione delle ICT) riguardanti:
Assistenza sanitaria, Istruzione, Assistenza agli anziani e alle
famiglie, Accesso al mercato del lavoro, Mobilità urbana ed
extraurbana, Accesso alla Pubblica Amministrazione, Sicurezza pubblica
Asse Sistemi produttivi - Promuovere lo sviluppo di nuove attività
economiche e il potenziamento di quelle esistenti agendo su:
Infrastrutture dedicate, Promozione dell’innovazione, Fare “massa
critica” per competere sui mercati globali (interventi per imprese e
consorzi), Favorire la promozione e commercializzazione dei prodotti
del territorio, Promuovere l’integrazione di filiera
C.4
Azioni di integrazione e messa in rete
Dare prime indicazioni progettuali sulle operazioni, strettamente
coerenti con la strategia identificata al punto precedente, riferibili
all’Azione 4.2.2 del PO FESR
Azione 1
Coordinamento e sincronizzazione di attività di fruizione dei beni per
tutta l'estate e nelle festività nazionali e locali , nonché su
prenotazione negli altri periodi.
Si pensa di poter dare differenti forme di supporto a tale
coordinamento e sincronizzazione attraverso l’elaborazione e il
suggerimento di itinerari coerenti con le caratteristiche del
territorio:, quali per esempio:
1. gli itinerari architettonici-artistici-archeologici: partendo dalla
città d’arte di Lucera fulcro di tutti i percorsi essi si possono
sviluppare attraverso diverse tematiche: il sistema difensivo
bizantino e normanno (torri, motte come M.Corvino, Tertiveri,
Dragonara, Biccari, M. Rotaroetc.), i castelli medievali (Lucera, su
tutti PietraMtCorvino, etc.), le cattedrali e le chiese e (Lucera,
Volturara, S. Maria Madd a C.nuovo, i resti archeologici ecclesialidi
Celenza-Carlantino) e le presenze monastico e degli ordini
cavallereschi (Alberona), i musei (Fiorelli, di Lucera ed altre
collezioni) gli impianti artigianali (i mulini di Roseto)
2. gli itinerari naturalistici boschivi e lacustri: i boschi di Monte
Cornacchia i di Monte Cornacchia-Biccari, di Roseto, di Mezzana di
Alberona, il bosco di S. Cristoforo di S. Marco la C.,, la, Bosco
Difesa di Faeto, di Monte Sambuco a Motta,
3. l’itinerario dei laghi e delle acque interne: essi ruotano intorno
gli specchi lacustri del lago Pescara, della diga di Occhitto,
dell’alto Fortore, dell’alto Celone, etc.
4. l’itinerario della fauna e della flora : in particolare dell’avifauna
(Bosco di Bettino, lago di Occhitto S. Antonio di Volturino ed altri )
del lupo (Mezzana di Alberona, Roseto ed altri), dei rettili, delle
specie floreali particolari
5. gli itinerari del mondo rurale:segmenti dei tratturi della
transumanza (Motta M.)
6.Gli itinerari etnografici ed enogastronomici: feste e tradizioni
popolari e religiose (processione di S. Alberto), musei ed esposizioni
della civiltà contadina)
Tutti questi itinerari possono e debbono incrociarsi su base
geografica, tematica, di tipologia dei visitatori
Azione 2
Un sistema unitario di strumentazioni a supporto della fruizione e dei
servizi con in comune il denominatore “Monti Dauni – Puglia Inattesa”
La valorizzazione e fruizione dei beni ambientali e culturali sopra
elencati e riassunti in itinerari possono essere potenziate e rese
meglio godibili attraverso il rafforzamento di strutture e servizi già
in buona parte disponibili o attraverso nuove forme di strumentazione
e attrezzature:
1. Gli itinerari culturali e artistico-archeologici possono essere
supportati da: -1a. nuove piattaforme multimediali, scaricabili da web
od open access., interagenti con la pannellistica tradizionale.
Sistemi di ricostruzione e presentazione informatiche, documentazione
visiva grafica e fotografiche (virtuali, 3D, etc., interattive) del
patrimonio architettonico e dei reperti archeologici. In questo caso
si possono sfruttare oltre al contesto on line i contesti materiali i
contenitori Centro Visite e il Get Local gia dotati di supporti
tecnici o dell’hardware (con particolare riguardo a quei contenitori
dotati anch’essi di valenza culturale (p. es. Palazzo Ducale Pietram.)
1b. Rinnovamento del quadro editoriale pubblicistico sia
pubblicitario-informativo (depliants, pannelli) che
divulgativo-scientifico (guide, cataloghi delle collezioni medievali e
dei reperti, presentazioni di novità archeologiche e di ricerca)
1c. Visite guidate e laboratori didattici tarati su diverse fruizioni
(diversi studenti, appassionati e amatori) di introduzione ai siti
archeologici e artistici o ad alcune tematiche collegate (P. es.
figure sociali antiche: pastore, contadino, scalpellino, ceramista,
etc.)
1d. Manutenzione continua o per i periodi destinati alla fruizione dei
beni fruibili e dei percorsi attrezzati o della sentieristica comunque
percorribili; risitemazione di realtà museali o collezioni di arredo
antiquato o prive di un sicurio criterio espositivo
2-6,. Per gli itinerari e il turismo naturalistico e ambientale (e
della transumanza e della civiltà contadina ) si può operare
sostanzialmente adeguando le stesse azioni previste per gli itinerari
storico-culturali, sia attraverso la combinazione con gli stessi
itinerari sia attraverso specifica documentazione informatica e
ricostruttive e specifiche visite/escursioni guidate e laboratori
didattici
La fruizione e le escursioni possono realizzarsi anche attraverso
soluzioni già sperimentate e fruibili quali trekking, orienteering,
bird-watching (v. , percorsi a cavallo o in mountain-bike, canoa, etc.
(
Azione 3
Reti lunghe e promozione
La creazione di un apparato informatico, visivo,
pubblicistico-editoriale può riversarsi a livello di promozione e
sistema di contatto e reti lunghe in eventi internazionali e fiere,
attraverso un potenziamento di esperienze già avviate (esperienze
GAL-Meridaunia Carta dei Beni Culturali del PPTT della Regione Puglia,
borsa del turismo archeologico di Paestum, rete Borghi e Castelli
della Daunia, etc., disponibilità di aree SIC del territorio, etc.
“bandiere arancioni”). In particolare nell’ottica suddetta di un
turismo ecocompatibile, leggero, sostenibile si immagina una
programmazione delle fruibilità dei beni anche in forma solo
temporanea e periodica (in particolare su fasi diverse e alternativeda
quelle del turismo di massa estivo) che possa garantire aperture,
manutenzioni e assistenza al turista, non ragionevolmente assicurabili
su tutto l’arco dell’anno.
(
Azione 4
Monti Dauni Puglia Inattesa intende completare ed integrarsi con
iniziative già presenti sul territorio; costruire relazioni ed
opportunità con programmi pregressi. Si intende dunque legarsi a
positive esperienze precedenti e strutture già attive (centri visita,
attività progettuale di area vasta, e fare inoltre leva sulle
precedenti esperienze locali delle Diocesi, delle Pro Loco, degli Enti
Locali, del Volontariato, su progetti specifici e peculiari (p. es.
Centro Studio del Lupo di Roseto) e su forme di inquadramento in
sistemi nazionali e internazionali (p. es. il programma IBA (Important
Bird Area) curato in Italia dalla LIPU, che può riguardare anche il
SAC, la classificazioni Borghi più Belli d’Italia, etc.
Sezione D – Partenariato, organizzazione, gestione
D.1
Impegni dei Partner
Descrivere gli impegni assunti dai Partner del SAC per contribuire
alle politiche di valorizzazione ed uso innovativo delle risorse del
Sistema
Partner
Impegni assunti
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
...
D.2
Governance del SAC
Discutere brevemente le forme di governance del SAC, le modalità di
relazione fra gli operatori e le forme di coordinamento tra sistema
pubblico ed operatori privati.
D.3
Modello organizzativo e di gestione
Dare prime indicazioni, in non più di 20 righe, sul modello
organizzativo e di gestione che verrà adottato per garantire la
gestione unitaria e coordinata del patrimonio oggetto di
valorizzazione
L'idea gestionale del SAC “Monti Dauni: la Puglia Inattesa” è basata
su valorizzazione e fruizione dei beni individuati, entrambe volte
alla creazione di un indotto economico che garantisca nel tempo sia la
gestione degli stessi, che la loro manutenzione.
Il soggetto gestore, dovrà quindi necessariamente essere unico, avere
capacità ed esperienza nel campo della gestione di beni ambientali e
culturali, essere in grado di produrre economia dalla gestione dei
beni, in modo da garantire nel tempo la fruibilità degli stessi.
Si prevede una gestione dei beni che ne garantisca l'accesso in tutto
l'anno, con una copertura continua nel periodo estivo, una legata ad
eventi, a festività e ai fine settimana in quelli autunnali e
primaverili, ed una legata a festività ed eventi nel periodo
invernale.
Il soggetto gestore delineerà ed attuerà un Piano Annuale delle
attività finalizzate alla valorizzazione dei beni sopraelencati e si
occuperà delle attività di promozione legate alla valorizzazione degli
stessi, definendo ed attuando un Piano di comunicazione.
1 Si tratta di due indicatori noti come tasso della funzione ricettiva
semplice (FRS) e tasso della funzione ricettiva composto (FRC). Il
primo è dato dal rapporto Posti Letto / Popolazione residente ed è un
indicatore dell’intensità turistica di un territorio indipendentemente
dalle sue dimensioni; indica appunto quanti posti letto sono offerti
ogni 100 abitanti. Il secondo (FRC) è dato dal rapporto Posti Letto /
Densità demografica ed è un indicatore della densità turistica di un
territorio perché misura il numero di posti letto offerti ogni 100
abitanti, a parità di estensione del territorio osservato.
2

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